«È una questione di righe. Cercano di imporsi sulla tendenza tinta unita, che potrebbe essere invece il must della stagione». Alessio Visone fa lo stilista e scoprirlo mentre si avvia alla Nisida con gli amici, proietta davanti agli occhi un San Paolo passerella, un Pitti pallonaro della moda maschile con indossatori che corrono invece di sfilare e il fruscio delle sete sostituito dal rude impatto dei tacchetti col pallone. Allo stadio per guardare il look? «Se vogliamo parlare di look, tra capigliature improbabili e tatuaggi stile Singsing, meglio stendere un velo!». E allora? «È una metafora fashion di questa strana domenica. Righe e colori». L’elenco è presto fatto: un napoletano ad honorem in maglia bianconera senese prova, inutilmente, a fare lo sgambetto a una vecchia signora bianconera per antonomasia, anche quando indossa un civettuolo rosa fucsia, un napoletano di nascita vestito bianconero friulano tenta di impedire la scattante rincorsa azzurra di un ciuccio baldanzoso ancorché intronato dalle biancorosse righe olandesi. Sembra un rompicapo, ma rende l’idea. Mi guardo. Meno male. Niente addosso che ricordi lontanamente un rigato. E nemmeno se resuscitasse Dior a dettare il trend del campionato modaiolo sarei disposta a indossarlo.
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