Stavolta SuperMario non tira freccette, non spara gommini con la pistola ad aria compressa ma diventa monumento del calcio italiano perché fa quello che tutti vogliono da lui: i gol. «Anche prima della gara con la Spagna ho avuto le occasioni per segnare, il calcio è strano. Ieri sera invece ogni cosa mi è riuscita molto bene. Sono molto felice per questa finale che abbiamo conquistato. A me nelle prime partite mi erano arrivate tante occasioni, nel calcio ci vuole anche fortuna».
Come Rivera, Paolo Rossi o Grosso, è Mario Balotelli il grande protagonista di questo nuovo successo dell’Italia contro la Germania. Così come l’inchino di Rivera sull’erba messicana, l’urlo di Tardelli al Bernabeu o la folle corsa di Grosso, resterà impressa nella memoria dei tifosi azzurri l’immagine della statua Balotelli, quel mostrare i muscoli, come a dire che «il più forte sono io».
E chi avrà adesso il coraggio di metterlo ancora in discussione? Supermario sorride spesso sia in campo che nel dopo partita. Come poche volte prima di ieri sera. «Quale immagine mi porterò dietro di questa partita? Di sicuro a fine partita quando sono andato da mia mamma e le ho detto ”questi gol sono per te”. Ho aspettato questo momento per tanto tempo, soprattutto perché mamma è venuta fino a qui e volevo farla felice. Questa sera è stata la più bella della mia vita, ma spero che quella di domenica sia ancora migliore. Ora dobbiamo solo stare tranquilli, la Spagna ha questo palleggio lunghissimo, ma non dobbiamo innervosirci».
Le sue frasi sono un concentrato di semplicità. Come i suoi due gol: due colpi d’autore, due gol importanti. «E per la finale viene anche papà – aggiunge – e quindi spero di farne quattro». Pochi giorni fa aveva dato una prova di maturità in conferenza stampa: «Le critiche servono per migliorare, aiutano a crescere, però io non ho mai avuto il culo nella Nutella», aveva detto. Cioè non si sente un bambinone viziato, uno con il pane sempre spalmato. Aveva ragione ma Balotelli sapeva bene che tutto dipendeva da lui, da quello che avrebbe fatto in campo. «Non è stata solo una mia vittoria, ma di tutta la squadra: gli assist di Cassano e Montolivo sono stati strepitosi. Solo Antonio può fare cose del genere. Qualcuno si è arrabbiato perché mi sono tolto la maglietta dopo il raddoppio? Sono gelosi del mio fisico». Mario sa anche divertirsi, ecco. Ha 21 anni e si vede. «Ho detto al mister di aspettare sul cambio, avevo i crampi ma ormai il cambio si era concretizzato ma non ci sono rimasto male».
Balotelli non sembrava in forma, l’aveva messa in rete una sola volta in quattro partite. Eppure il ct Prandelli non ha mai avuto dubbi. Perché? «Perché uno come lui può sempre spaccare la partita»». In Italia, in fondo, siamo tutti affetti dalla «sindrome Pablito». In Spagna, nell’82, dopo quattro partite inguardabili Paolo Rossi si sbloccò, appunto, e fece 6 gol nelle restanti tre. Quell’evento ha cambiato irrimediabilmente le nostre aspettative sui calciatori, ma non solo. E per questo il tecnico azzurro ha continuato a dargli chance in questo Europeo. «Tutti gli italiani staranno facendo festa in piazza. Vorrei essere lì a fare il bagno in una fontana insieme a loro. Ma questo domenica, dopo aver battuto la Spagna in finale».
C’è tempo per parlare di favorite e di pronostici. SuperMario va via sereno, finalmente. «Con la musica del mio amico Drake che ascolto nelle cuffie».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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