La rivoluzione dell’altro Napoli. Quello delle retrovie o dei titolari meno titolarissimi, stando all’eredità lessicale di Mazzarri. Quello della panchina, a conti fatti, che a dire il vero non ha lasciato tracce significative o per mancanza di chance o per varie problematiche individuali. Esempi e nomi. Emanuele Calaiò ha collezionato scampoli davvero, eppure lui c’era e anzi c’è ancora, considerando la fila autentica di squadre che sono sulle sue tracce. E ancora, Marco Donadel: caso differente, il suo, inguaiato un po’ dalle precedenti problematiche fisiche e un po’ da una serie di prestazioni mai davvero convincenti in Europa League. Come Antonio Rosati, il portiere di notti di coppa da brivido che poi ha ritrovato serenità e rendimento nel finale.
SETTE UOMINI – E allora, l’elenco: Rosati, Donadel e Calaiò, dicevamo. E poi Gianluca Grava, Giandomenico Mesto, Jorge Pires Rolando, Omar El Kaddouri. Sette uomini dell’altro Napoli, quello che ha conteso alla Juve lo scudetto della stagione 2012-2013 e ha tagliato il notevole traguardo del secondo posto, ma anche sette personaggi in cerca d’autore. Di squadra o magari di ruolo. Come Grava, il totem e il simbolo. La continuità. Da domani, dal 30 giugno federale, lui sparirà dalla rosa del Napoli come giocatore, ma ben presto comparirà in un altro organico; anzi, nell’organigramma. Sì, il guerriero di mille battaglie in campo ha detto basta con il calcio giocato a 36 anni e, dopo le ultime 2 presenze in campionato, ora è pronto a indossare giacca e cravatta: farà il dirigente. Come promesso da sempre da De Laurentiis in persona.
IL PORTIERE – Diverso il discorso relativo a Rolando. Il ventisettenne portoghese preso in prestito a gennaio dal Porto: sei mesi napoletani di poco e nulla; quattro mesi a provare a ribaltare le gerarchie più che consolidate della difesa di Mazzarri, 7 presenze in campionato, 2 in Europa League, nulla di brillante da segnalare e arrivederci e grazie. Rientrerà dal prestito alla base e sarà un ricordo. Va così, senza rancori. Finirà con un bel po’ di amarezza in più, invece, l’esperienza di Rosati, 30 anni compiuti mercoledì e 10 gare stagionali (6 in Europa): andrà via con il rammarico di essere incappato in un momentaccio di quelli che a volte tagliano le gambe a gente del suo ruolo. Piace al Sassuolo.
BOMBER E STOCK – Piace a Genoa, Chievo, Torino e Palermo, invece, il trentunenne Calaiò (6 presenze in campionato e 2 in Europa League). Tanta stima, per Manu, in giro per l’Italia: l’asta è aperta, costa un milione. Il Livorno, invece, prova a pescare dal Napoli un mini stock: il trentenne Donadel, 13 presenze (4 in A, una in Coppa Italia e 8 in Europa League), ed El Kaddouri (12 partite azzurre: 7 in campionato, una in Coppa Italia e 4 in Europa League). Spinelli, patron amaranto, però riflette: «Con il Napoli c’è stata una frenata. Noi vogliamo El Kaddouri mentre loro ci hanno proposto anche altro». Il ventitreenne belga piace molto anche al Torino. Da definire il futuro di Mesto, trentunenne jolly delle fasce sempre affidabile (16 gare e un gol in campionato, 6 in Europa League, una in Coppa Italia): Benitez riflette.
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro