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CdS – Visita a Scampia, Balotelli chiamato in Procura a Napoli

Un'altra grana per l'ex nerazzurro

Sono proprio giorni pieni di tutto e del contrario di tut­to per Mario Balotelli. Un altro ca­pitolo scabroso, stavolta. Una convocazione di quelle che uno evitereb­be volentieri, anche se semplicemente chiama­to come testimone. Gio­vedì della prossima set­timana, 15 settembre, Balotelli sarà a Napoli, in Procura. Ieri mattina a Coverciano infatti, investigatori della Direzione Nazionale Anti­mafia gli hanno notificato l’invito a comparire davanti al magistrato competente. Il giovane attaccante non è indagato ma l’indagine ini­ziata da oltre un anno dopo la sua controversa visita a Scampia è an­data avanti e ora è arrivata a uno snodo. Gli inquirenti napoletani vogliono incontrarlo in merito a quell’episodio, quando, secondo le dichiarazioni di un pentito, Balo­telli avrebbe avuto un incontro con presunti esponenti della ca­morra di Secondigliano.

IL FATTO – L’8 giugno 2010, in mat­tinata, Balotelli, che era in quei giorni a Napoli per ritirare il pre­mio Golden gol, chiese e ottenne di far visita ai luoghi di Gomorra, descritti impietosamente da Sa­viano, e dal film di Garrone. Mario si trovò così a passeggiare tra le cosiddette «case dei Puffi», la zo­na dello spaccio

«in compagnia di due elementi di spicco di due dei più potenti clan della periferia nord di Napoli, ovvero Salvatore Silvestri, del clan Lo Russo, e Bia­gio Esposito, del clan degli Scis­sionisti».

Que­sto riferiva l’in­formativa con­segnata alla Dda di Napoli dai carabinieri del gruppo in­vestigativo di Castello di Ci­sterna. Inoltre, sempre secondo gli investigatori, successivamente Balotelli sareb­be stato « ospitato in una depen­dance del rione per scattare delle foto ricordo con il Silvestri, con l’Esposito e con altre persone ivi presenti» .

RAIOLA – Sull’intera vicenda ieri Mino Raiola, manager del gioca­tore, è stato lapidario:

«Balotelli non ha avuto mai alcun tipo di rapporto con la criminalità orga­nizzata. La sua è stata curiosità. Certamente non sapeva che le persone con le quali si accompa­gnava erano legate ai clan come scrivono i carabinieri» .

C’è da ag­giungere che la Procura di Napoli vuole sentire anche Lavezzi, l’at­taccante argentino del Napoli, sui suoi rapporti con l’imprenditore Marco Iorio, in carcere dalla fine di giugno con l’accusa di riciclag­gio.

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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