NAPOLI – Vorrebbe partire subito per l’Italia, conoscere i nuovi compagni di squadra, farsi conoscere dall’allenatore, avere il primo contatto con una tifoseria di cui ha sentito già parlare. Ma Edu Vargas, l’attaccante cileno acquistato dal Napoli per undici milioni e mezzo di euro, non può. Dovrà aspettare che l’iter burocratico per il trasferimento completi il percorso. Che tra l’altro scatterà solo domani con il deposito in Lega dei contratti. Poi tocca alla commissione tesseramenti calciatori stranieri della Figc ratificare. Quindi, pratica al Coni, trattandosi di calciatore extracomunitario. Infine, la comunicazione all’ambasciata italiana in Cile per il rilascio del permesso di soggiorno dove troverà il primo dirigente che è un napoletano doc, Vincenzo Palladino. Vargas dovrà, quindi, pazientare ancora un paio di giorni. Nella migliore delle previsioni, potrebbe arrivare entro il giorno della Befana. Ma il calciatore freme. «Non vedo l’ora di mettermi in viaggio» , ha confidato ad uno dei suoi procuratori, Cristian Ogalde. L’altro, invece, si chiama Andrès Alvarado ed è stato colui che l’ha seguito fin da piccolo: «Aveva sedici anni e mai aveva giocato nelle giovanili, così lo segnalai a Jorge Aravena, all’epoca tecnico del Cobreloa, che lo fece giocare subito e ne chiese l’ingaggio. Poi nel giro di pochi anni, il ragazzo s’è imposto all’attenzione mondiale» , spiega il corpulento Andrès.
Vargas sa già con chi si metterà in viaggio. Nessuno dei familiari bensì con i due procuratori ed un amico d’infanzia, Sergio Valenzuela, detto «Checo», che ieri al quotidiano «La Cuarta» ha dichiarato: «Ci conosciamo da piccoli. I nostri genitori giocavano insieme. Lui indossava una t-shirt curiosa con i colori del Colo ma poi è diventato il trascinatore della «U». Sarò con lui a Napoli, siamo come due fratelli e lo assisterò in tutto e per tutto nei primi giorni. Toccherà anche cucinare. La mia ragazza Jessica non è contenta di questa decisione ma la farò venire dopo. Per Edu sono pronto a tutto» , dice Sergio che poi racconta altri aneddoti del suo compagno diventato famoso: «Non ci sta mai a perdere, neanche quando gioca alla play-station» .
La mamma del calciatore, invece, già simpatizzante dell’Universidad de Chile, ha raccontato in un’intervista al sito della Fifa: «Edu ha sempre voluto fare il calciatore, portava il pallone anche in bagno ed io mi arrabbiavo. A scuola, poi, il suo preside voleva mandarlo addirittura da uno psicologo ma un professore capì che quella era una passione vera per il calcio» . Suo zio materno, invece, Enrique Torres, è quello che per primo gli ha regalato un pallone ed è felice di questo trasferimento al Napoli: «Edu sarà esempio per tutti i cugini. Restava a giocare fino a sera. Abbiamo trascorso un bel Natale. Mi chiedeva sempre lo stesso regalo, un pallone. Ma stavolta l’ho risparmiato» .
Vargas si è già congedato dai suoi concittadini (Renca fa poco più di 100mila abitanti). E’ avvenuto nella Plaza Major quando il sindaco, Vicky Barahona Kunstmann gli ha organizzato una festa per la consegna delle chiavi della città, dicendogli: «Per i nostri giovani rappresenti un esempio, siamo orgogliosi che tu vada in Italia» . E lui, con timidezza, ha risposto: «Porterò Renca nel mio cuore e non vi dimenticherò mai. Spero di fare bene nel Napoli e di ritagliarmi un posto stabile in nazionale» . Con le 13 reti in ambito internazionale (11 in Copa Sudamericana e 2 con il Cile) si è piazzato al nono posto nella classifica dell’IFFS, prima di Cristiano Ronaldo (12 gol) e David Villa (12).
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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