Incatenato! Sì, incatenato in un angolo del piazzalino esterno della Federcalcio, tra muro e cancellata, appena abbandonato dal sole inesorabile di questo incredibile fine agosto romano. « Di qui non mi muovo. Sciopero della fame! In difesa di 5.600 allenatori dilettanti e di 100 mila calciatori che si ritroverebbero a giocare senza allenatori, e di 2500 arbitri si troverebbero sui campi senza la tutela dei tecnici » . Lui, seduto dignitosamente su un sacco a pelo piegato con precisione, in tuta ufficiale della sua associazione, l’Assoallenatori, è il resistente che mai avresti pensato di trovare così. Renzo Ulivieri, 70 anni, abituato da una vita a stadi e piazze politiche brulicanti, sempre affrontate di petto, ha scelto il più clamoroso dei gesti singolari per far esplodere una vicenda federale che da un paio di mesi si trascinava sotto traccia nel Palazzo, con il coinvolgimento anche di Baggio e di Rivera, presidente del Settore Tecnico e di quello Giovanile e Scolastico. Un’incredibile manifestazione di protesta in coda a una giornata già tormentatissima per il nostro calcio. Da quel momento fino a tarda sera è stato un susseguirsi di colpi di scena, in via Allegri, con Ulivieri deciso a resistere e un capannello di dirigenti della Figc impegnati in una lunga opera di mediazione: tra loro anche Carlo Tavecchio, obiettivo principale dell’azione del presidente dell’Aiac. Il dialogo è stato alimentato dal direttore generale Valentini e soprattutto dal presidente Abete. Intorno alle 22, un ultimo colloquio faccia a faccia tra i due ha convinto Ulivieri a trasferirsi all’interno della Federcalcio ( con lui una delegazione dell’Assoallenatori). Un’altra ora di discussione (assente Tavecchio). E alla fine l’impegno diretto del presidente federale a risolvere la questione, l’ennesima della sua agenda ormai senza più pagine libere.
IN DIFESA DEGLI ALLENATORI –Ma come nasce l’Ulivieri incatenato? La storia è questa. Con due comunicati, uno a giugno e uno due settimane fa, la Lega Nazionale Dilettanti di Tavecchio ha reso non più obbligatorio il tesseramento di allenatori con patentino federale in Prima e Seconda Categoria e nella categoria Juniores del Settore Giovanile. Questo in contrasto con il regolamento del Settore Tecnico ( che potete leggere qui a lato). Una scelta spiegata da Tavecchio con la necessità di dare discrezionalità ai club di poter risparmiare sul piano economico. Una decisione assurda, irregolare, secondo Ulivieri, e nata con una tempistica inequivocabilmente sospetta, nella ricostruzione del presidente dell’Assoallenatori:
«Il 20 giugno io mi oppongo in Consiglio Federale alla trasformazione del calcio femminile da divisione a dipartimento nella Lnd, secondo il piano proposto da Tavecchio, e il giorno dopo vengo ripagato con un atto di ritorsione» .
Una eco di questo aspetto è arrivata addirittura in Consiglio Federale.
LETTERE DI FUOCO –Prima di ieri, il confronto, come detto era gonfiato silenziosamente con una serie di scambi di lettere tra i protagonisti della vicenda. Baggio e Rivera si erano uniti alle proteste scritte di Ulivieri, chiedendo l’intervento di Abete. Abete che in realtà aveva scritto a Tavecchio, riconoscendo l’illegittima scelta della Lnd ( le modifiche regolamentari spettano al CF). Sul piano concreto però nulla era cambiato. Ulivieri ieri, in coda al Cf, ha provato ad avere una presa di posizione netta da parte di Tavecchio e di Abete. Senza esito. Da qui la messa in atto di una protesta che aveva preparato alla vigilia, in gran segreto. Tavecchio, come detto, ha poi parlamentato a lungo con Ulivieri incatenato, promettendo un intervento chiarificatore. Ma la parola decisiva, è stata quella di Abete.
La redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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