Era tutto pronto da giorni, in gran segreto. Solo qualcuno in Italia sapeva quello che sarebbe accaduto ieri in Spagna, quando, con una spettacolare conferenza stampa all’hotel Hesperia di Madrid, alla presenza di big come Casillas, Xabi Alonso, Puyol, Llorente e Cazorla (tutti reduci da Bari), il sindacato dei calciatori spagnoli, Afe, ha annunciato lo sciopero di categoria: niente inizio dei campionati di A e B (Liga e Primera Division), previsto il 20 agosto, né seconda giornata, il 27. Una decisione durissima, assunta dal presidente Luis Rubiales. Era stato proprio lui, in carica da un anno, la scorsa settimana, ad anticipare all’amico Damiano Tommasi la decisione del suo sindacato. I due dividevano la camera nei giorni di ritiro, da compagni nel Levante, club spagnolo dove l’attuale presidente dell’Aic ha giocato tra il 2006 e il 2008.
COMPAGNI – Ex compagni di squadra, e ora compagni di lotta, insomma. E istanze che si saldano. Anche in Spagna i calciatori richiedono la firma del nuovo accordo collettivo (senza aumenti economici), all’origine dello sciopero annunciato in Italia per la prima giornata di serie A (27 e 28 agosto). Ma lì la situazione è assolutamente esplosiva. Ci sono 200 calciatori che complessivamente vantano crediti per 50 milioni di euro di mensilità arretrate, frutto di una legge che permette ai club finiti in amministrazione controllata di dimezzare i contratti con i propri tesserati e spalmarli in cinque anni, senza subire conseguenze sportive. Situazione che evidentemente è stata sfruttata ai danni dei calciatori. Lo stesso Tommasi, paradossalmente, è in questa situazione con il Levante!
BASTA – « Andremo fino in fondo » assicurava ieri Casillas. « La Liga non comincerà fino a quando non sarà firmato un accordo fra la Afe e la Lega Pro (Lfp). Anche se questo non significa che non continueremo a negoziare » ha aggiunto Rubiales, affiancato dai rappresentanti dei sindacati francese, portoghese, olandese, tedesco e da Leo Grosso, ora presidente Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori.
I NODI – Diciassette mesi di trattative inutili. I nodi sono rimasti irrisolti: diritti di immagine ma, soprattutto, la mancata intesa sull’aumento dei fondi di garanzia, mentre club come il Racing di Santander, rilevato a gennaio dal magnate indiano Ahsan Ali Syed, affidato ad Hector Cuper, ha accumulato 33,5 milioni di debiti, di cui un terzo verso i giocatori. Situazioni simili al Real Saragozza, al Rayo Vallecano. « Ci ritroviamo con un accordo unilaterale adottato il 3 agosto,chiaramente insufficiente e con un fondo di garanzia da 10 milioni di euro l’anno per i prossimi 4 anni, per un totale di 40 milioni che non bastano neanche a coprire i debiti attuali dei club » ha spiegato Rubiales. Il presidente del’Afe chiede misure preventive, come l’esclusione dal campionato dei club inadempienti e la possibilità, per i calciatori con oltre tre mensilità arretrate, di rescindere il contratto di lavoro. La Lega per parte sua ha fatto appello al sindacato calciatori a raggiungere un’intesa « soddisfacente per entrambe le parti, considerando misure storiche per il calcio spagnolo quelle adottate il 3 agosto ». Mercoledì prossimo Afe e Lfp torneranno a vedersi al tavolo delle trattative, per tentare di raggiungere un’intesa.
ABETE CI RIPROVA –Intanto il giorno dopo, 18 agosto, in questo gioco di rimandi italo-spagnoli, il presidente Abete incontrerà nuovamente a Roma, Beretta e Tommasi, alla vigilia della assemblea di Lega. Si tratta di un ulteriore tentativo alla ricerca dell’intesa sul nuovo accordo collettivo. Lo sciopero italiano resta fissato per il 27/28. E, anche sulla spinta delle notizie spagnole, l’Aic, senza firma, è decisa a prolungare lo sciopero.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro