Hanno incrociato lo sguardo fuggevolmente ieri a Coverciano. No, i rapporti tra Carlo Tavecchio, presidente della Dilettanti, e Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, non sono in questo momento cordialissimi. « Ci accusa di non aver rispettato le regole, di aver compiuto una rappresaglia: ma quando mai » .Tavecchio lancia la controffensiva. In una riunione mattutina Ulivieri non ha usato mezze parole: «Avete fatto come i tedeschi al mio paese solo che voi ne avete fatti fuori cinquemila per uno». Il riferimento è alla cancellazione del Dipartimento Calcio Femminile: «Non c’è alcun rapporto, della cancellazione della obbligarietà dell’allenatore in Prima e Seconda Categoria ne parliamo da un anno, la questione del calcio femminile è esplosa ora. E, comunque, sulle spalle del commissario, cioè sulle mie spalle, è caduta una grana da 580 mila euro: un ” buco” che io sto collmando con i soldi della Lega» .
RISPARMI – Tavecchio difende la correttezza delle decisioni: «Il provvedimento lo abbiamo adottato noi ma non è stato ancora portato in Consgilio Federale ». La questione, dal punto di vista di Tavecchio, è economica: « E in un momento in cui si parla di comuni tagliati, di province soppresse, non mi sembra uno scandalo se si prova a risparmiare qualcosa » . Spiega il presidente della Dilettanti che da qualche anno a questa parte la Terza Categoria è cominciata a scomparire in diverse parti del territorio nazionale. La cosa ha provocato uno « slittamento » dei club verso la Seconda e la Prima. Per mantenere una squadra in quelle categorie bisogna spendere 25, 30 mila euro all’anno. Un allenatore tesserato costa in Prima settemilacinquecento euro e in Seconda tremila. Conclusione: dato che i costi aumentano contrariamente alle disponibilità che diminuiscono, allora le società preferiscono utilizzare i soldi destinati agli allenatori per altri fini. Di qui non la « liberalizzazione » ma la non obbligatorietà. «Ma c’è anche un aspetto tecnico. Queste sono ormai veramente categorie amatoriali, non formano, tanto è vero che gli atleti hanno quasi tutti tra i venticinque e i trentacinque anni e se non avessimo posto noi l’obbligo di un paio di giovani nelle rose, le età- medie sarebbero decisamente più alte » , sottolinea Tavecchio.
APERTURA – Ma c’è un altro motivo di attrito con Ulivieri. «Lui ritiene di avere il monopolio della reappresentanza della categoria. Ma in realtà gli iscritti all’associazione sono quindicimila, i titolari di un patentino sono 40 mila. Potrei sollevare qualche dubbio sull’accesso alla professione visto che dal punto di vista del punteggio vale più la militanza da calciatore in seconda categoria che una laurea in scienze motorie e sinceramente mi sembra paradossale. Ma non lo faccio. Siamo disponibili al confronto, Abete ha avuto altro da fare: a Ulivieri dico di attendere le scelte del presidente ».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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