Si aggirano nell’aeroporto di Manchester stanchi e assonnati. Le sciarpe annodate intorno alla vita, gli occhi sugli schermi luminosi che annunciano ritardi perché la città si è svegliata senza nubi e tanta nebbia e gli aerei faticano a decollare. Spezzoni di un esercito, ma non in rotta. Un esercito orgoglioso perché la loro squadra ha spiazzato anche gli inglesi, normalmente così severi nei confronti degli italiani. Sarà anche per questo che l’Indipendent afferma:
«Il Napoli non sembrava nemmeno un club italiano» .
Boria da Maestri: se qualcosa funziona, se anche una squadra di calcio funziona, allora non è possibile che sia nata nella Penisola; Mazzarri è un marziano, Cavani un extraterrestre. Loro si trascinano da un gate all’altro nell’attesa di un volo e di un viaggio che spesso attraverso il periplo dell’Europa li riporterà a casa. I tremila hanno fatto festa, discretamente, nella notte. E al mattino si sono svegliati sotto una pioggia di complimenti: l’Inghilterra ha scoperto il Napoli, se non come figlio legittimo del calcio italiano, come felice eccezione. Meglio di niente. Certo è che da queste parti non se l’attendevano una partita così. E al piacere che sempre regala il football gustato negli stadi inglesi (e da questo punto di vista, purtroppo, molto abbiamo da imparare), si è aggiunto il piacere della «rivelazione». «Il Napoli mette alle corde il City» , come dice il Daily Star. Roba da stropicciarsi gli occhi, per il sonno e per l’orgoglio.
NAPOLI A COLORI –Per tutti una fologorazione. Doveva essere un Napoli in bianco e nero, è stato un Napoli a colori, forse più dei mille cantati da Pino Daniele. E la cultura sportiva inglese, seppur altezzosa, ne ha preso atto. Ha cominciato a prenderne atto pochi minuti prima del fischio del signor Eriksson, quando i tifosi del City hanno cominciato ad abbandonare le poltroncine dello stadio. La luna blu, a quel punto, si era spenta. Era rimasto «l’addore e’ mare». Un profumo forte che ha colto tutti di sorpresa. Il Guardian, ad esempio:
«Chi è convinto del declino della serie A si deve ricredere perché è sensazionale con quanta intensità le squadre italiane sappiano giocare».
Avevano criticato il Milan, da queste parti, il giorno prima, per la sua prestazione contro il Barcellona. Altra storia, invece, quella che Mazzarri e i suoi ragazzi hanno raccontato ai prima sorpresi e poi attoniti quarantaquattromila (gli altri tremila non sono rimasti affatto sorpresi, anzi) spettatori del City of Manchester, la storia di una squadra«sempre vitale e pericolosa»(Mirror), la storia«di un Napoli nettamente migliore»(il Times), che non si chiude, che non fa catenaccio, che attacca. E si sa, agli inglesi questo piace.
ATTESE –Ha scoperto le carte, la squadra di Mazzarri. Perché, in questo girone di ferro, non godeva della considerazione di tutte le altre: il Bayern è il Bayern, il City ha il «grano», il Villarreal da quasi un decennio si è assestato nell’aristocrazia del calcio europeo. Era il quarto incomodo. Un incomodo che«ha dato un concreto esempio di cosa attenda il City»(Daily Mail). Con le loro sciarpe legate in vita, i tifosi lasciano la città nella convinzione che questa sarà una bella avventura, comunque vada. Ventuno anni dopo, la squadra di Mazzarri è entrata al City of Manchester con le gambe tremanti e ne è uscita con la schiena dritta. Obbligando gli inglesi a un inaspettato «mea culpa».
E ANCHE IL CT DELL’INGHILTERRA… –C’era pure Fabio Capello l’altro ieri sera all’Etihad Stadium. E ieri a Udine ha parlato del Napoli:
«Ha fatto una bella partita. Un pareggio in casa del Manchester City è un grande risultato, perchè ritengo che il City sia in assoluto una delle più forti squadre europee».
Capello ha parlato delle favorite del campionato italiano senza sbilanciarsi.
«Ci sono il Milan, la Juve, l’Inter e il Napoli, che sta andando molto bene».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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