La conferenza stampa della vigilia sta diventando un cult. A Zeman è più facile cavare un dente che la formazione del giorno successivo, ma per tutto il resto non fa mancare niente alla truppa di cronisti e cineoperatori.
QUANDO FOTI CONTATTO’ IL BOEMO… – Così si scopre che al Granillo siederà in panchina da quasi ex, perché la Reggina lo aveva contattato prima di prendere Mazzarri. Che sbianca quando il suo Pescara prevale nel possesso palla, «sono contrariato se accade, voglio arrivare in porta con il minor numero di passaggi».
E via discorrendo, tra sorrisi, ironie e punzecchiature. Il 3-5-2 della Reggina, secondo Zeman, non avrà superiorità numerica a centrocampo dal momento che,
«per come l’ho vista io gioca con cinque difensori, fa il 5-3-2, quindi lì in mezzo siamo pari. Non credo che per fronteggiare il nostro tridente abbasseranno un altro difensore, dopo sarebbero davvero troppi ».
«IN GOL A MEMORIA, POI…» – Originale la spiegazione sul Pescara sempre a segno nel primo quarto d’ora.
«Perché appena scende in campo la squadra ricorda meglio cosa deve fare, poi con il passare dei minuti a volte se ne dimentica».
Modesto o feroce? Fate voi.
«Non è vero che comandiamo sempre il gioco. In realtà molti avversari hanno un’impostazione di difficile lettura e ci vuole tempo per decifrarla, mentre noi ripetiamo sempre lo stesso schema e diamo l’impressione di essere padroni del campo. Ma è solo un’illusione ottica».
Il boemo non parla delle sue scelte. Finora è stato impossibile indovinare una formazione, almeno un paio di sorprese a partita (difesa e centrocampo) mentre sul tridente offensivo non scherza: Sansovini- Immobile-Insigne sempre titolari. E sarà così anche a Reggio. La sua truppa è giovanissima e lo considera un vantaggio a livello ambientale.
«Il campo ‘caldo’ lo avvertono di più i giocatori di una certa età, i miei sono ancora un po’ incoscienti».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
