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CdS – Romano: “Napoli, che gioco! Inler è già padrone del centrocampo”

L’architetto dello scudetto. Del pri­mo, storico scudetto. Francesco Romano, Cic­cio per gli amici e per il mondo del pallone, arri­vò dalla Triestina, dalla serie B, e in un niente cambiò il Napoli da così a così. Diede ordine e geo­metrie là dove dopo il precipitoso e inatteso ad­dio di Eraldo Pecci c’era un traffico impazzito: a metà campo. « E’ arrivata la Tota » , la mamma, la governante, quella che sa fare tutto, disse Diego Maradona. E da quel mo­mento Ciccio Romano per tutti fu la ‘Tota’.

E ora, Romano, chi è la nuova Tota. Si può dire che sia Inler?

« Non lo so. I paragoni, gli accostamenti sono sempre un po’ azzar­dati. Per ca­ratteristiche no. Il mio gio­co era diver­so. Però, per altri versi, ci può stare. Quali? La posizione in campo. Pra­ticamente siamo là».

Ce n’è un altro?

«Sì, c’è. Io arrivai al Na­poli e mi calai subito nel­la realtà di quella squa­dra. L’inserimento fu fe­lice ed immediato. Ebbe­ne, mi sembra che anche per Inler sia la stessa co­con sa. Appena arrivato s’è impadronito del centro­campo. Ne è diventato subito il padrone. Per lui e per il Napoli spero che diventi padrone anche degli stessi risultati miei».

Ci sono analogie anche tra quel Napoli fantasti­co di ieri e quello d’oggi?

« Una di sicuro. Come il mio Napoli, anche questo non ha timore di nulla e di nessuno. Gioca sem­pre per il risultato, non fa differenza se gioca in casa o fuori e tanto meno bada al nome di chi gli sta di fronte».

Temerario? Oppure for­te, maturo, consapevo­le?

«Consapevole. Oggi il Na­poli è coscien­te della pro­pria forza. Sa che può osare. Per dirla tutta: oggi il Napoli ha la maturità e la mentalità giusta per vin­cere qualcosa di importante».

Ma come se ne accorge un calciatore? Che cosa sente, che cosa prova? Come fa a capire che è arrivato il momento buono per vincere qual­cosa?

«Non si può spiegare. E’ una cosa naturale. E’ una sensazione che cresce con le buone prestazioni, la fiducia, con i ri­sultati. Diciamo che è una felice sensazione che ti monta dentro gara dopo gara. Una sorta di mezza estasi figlia di una crescita costante. Ad un certo punto senti, capi­sci, sai che ce la puoi fa­re e questo ti fa sentire an­cor più for­te».

Queste sensa­zioni viveva lei con il Na­poli di allora?

«Proprio queste. Anche se è im­possibile paragonare questa squadra a quel­la. Il mio Napoli era una gran bella squadra più in Fenomeno come non ce ne sono stati più in circolazione e come for­se non se ne vedranno più. Questo, invece, è un Napoli formato da ottimi calciatori che tutti assieme formano una grande squadra» .

Quindi Mazzarri c’entra poco?

«Mazzarri? Mazzarri è l’artefice di tutto. Maz­zarri è colui che, al di là del gioco eccellente e del­la preparazione eccezio­nale, ha dato alla squadra una mentalità da grande. Un lavoro straordinario, il suo».

Che al Napoli sta facendo bene pure in Cham­pions?

«Parliamone, certo. Quel che sta facendo il Napoli in Champions è esaltan­te. Direi anche eccitante. Credo che, addirittura più in Europa che in Ita­lia, il Napoli abbia la con­sapevolezza piena della propria forza».

Spieghiamo?

« Voglio dire che la sua personalità e anche il suo gioco, il Napoli può addi­rittura esprimerli meglio in Champions che in campionato».

Vuol dire, che il Napoli può essere più sorpresa in Europa che in Italia?

«Sorpresa no, Il Napoli non è più una sor­presa per nessuno. Il mio concetto è legato al modo di gio­care. Magari in Italia chi affronta il Napoli studia contromisure per frenar­lo, per bloccarlo. Insom­ma fa la partita sugli az­zurri e il Napoli può an­che avere dei problemi».

In Europa, invece?

«Il gioco è diverso. Ogni squadra cerca di impor­re il proprio e inevitabil­mente lascia giocare an­che l’avversario. Gli dà spazio, insomma. E tutti sappiamo quanto sa esse­re spietato il Napoli quando riparte negli spa­zi larghi».

Però questo non vuol di­re?

«No. Questo non vuol dire assolutamente dover privile­giare un tor­neo all’altro. Nient’affatto. Sarebbe un er­rore pensare ad una cosa e abbandonare l’altra. Credo, invece, che il Napoli possa far strada e divertirsi e di­vertire sia in Champions che in campionato».

Del resto proprio lei in azzurro ha vinto sia uno scudetto che una coppa Uefa.

«Visto? Il Napoli certe grandi imprese le ha già fatte. Quindi?».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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