Cesare Prandelli, il primo pensiero il giorno dopo la Slovenia?
«Ho percepito che tutti volevano la vittoria. Caratterialmente abbiamo fatto un passo avanti importante. Senza carettere né determinazione non si arriva da nessuna parte.
Un altro pregio di questa Nazionale?
«La disponibilità, la voglia di sentirsi coinvolti in questo progetto, la serietà».
Cosa manca ancora?
«La giusta intensità. Con la migliore condizione crescerà. Un altro problema: i difensori centrali debbono partecipare di più, sennò i centrocampisti si abbassano e rallentano il gioco»
In Polonia-Ucraina per vincere l’Europeo, come ha detto Pirlo?
«Non è giusto ragionare così. Prometto carattere, generosità, serietà per provare a vincere. Ma non mi sembra giusto fare proclami. Mi piace che un campione del mondo come Andrea pensi positivo. Per la qualità lui è indispensabile ».
La situazione azzurra, dopo un anno di esperienza.
«Abbiamo scollinato, credo. Noi ma anche la Under 21. Ripeto, abbiamo prospettiva. I giovani interessanti li abbiamo nel gruppo, ma anche nella squadra di Ferrara».
E come è cambiato Prandelli?
«Quando siamo qui a Coverciano mi sento me stesso. Quando lavoro sul campo».
Le sue maggiori difficoltà da ct?
«Il poco tempo per provare certe cose. Devi dare per scontato che certe cose siano state assimiliate».
Quali sono le sue prospettive?
«Per me l’Europeo inizia oggi. Se pensiamo di andare in vacanza sei mesi sbaglieremmo. In questo senso ho un’idea…».
Quale idea?
«Poter fare una serie di stage mirati e per reparto: un giorno a disposizione in una settimana per la difesa, un altro, nella settimana seguente per il centrocampo, uno per l’attacco. In quella occasione fare due allenamenti. Questo per avere continuità di rapporti. Non avendo blocchi di un’unica squadra, ho bisognodi lavorare. Parlerò con Abete di questo. Spero di avere l’appoggio dei club».
Il modulo base resta quello con centrocampo a rombo e due attaccanti rapidi?
«Possiamo giocare così o con due attaccanti diversi, più forti fisicamente. L’importante è che in caso di cambio il centrocampo sappia adattarsi».
E’ stata la notte dell’Italia, è stata la prima notte di Balotelli
«Nonostante l’invito a comparire davanti ai magistrati di Napoli era molto sereno, per questo non ho cambiato piani»
E sembra che adesso siano cambiate le prospettive di Mario in azzurro
«Ho sempre detto che lui ha grandi potenzialità, deve però pensare a fare il calciatore. Può e deve mettere in difficoltà il suo club, le scelte di Mancini, cercare continuità ».
E’ tutto quello che si aspetta da Balotelli?
«Mi auguro che tutti accumulino più esperienza internazionale, è quello il livello che ti aiuta a migliorare. Tornando a Mario, qualcosa è accaduto. Penso che la chiave sia stata il sorriso che lui ha regalato ai ragazzi del carcere di Sollicciano, lunedì. La gente quando è entrato in campo, senza pregiudizio, lo ha abbracciato idealmente».
Sul piano tattico cosa cambia con lui in campo
«Se gioca con Cassano o Rossi,lui si decentra a sinistra. Dunque a metà campo devo cambiare qualcosa con l’interno di destra. Mi auguro che col tempo Mario si renda conto di essere attaccante, capace di svariare sul fronte d’attacco: sarebbe tanto per me»
Il sorriso di Balotelli ma anche la faccia scura di Gilardino
«Gila era meno sereno degli altri, per questo l’ho lasciato fuori nuovamente. Non sono preoccupato, gli ho parlato, deve stare tranquillo. Sono state settimane particolari, ora si parte, ritroveremo il Gila di sempre, quello che fa gol e si impone all’attenzione anche nostra».
Un giudizio su De Rossi
«Daniele ha recuperato bene rispetto alla stagione scorsa, si è presentato fisicamente e mentalmente preparato. Io confido nella sua capacità di adattarsi a questo modulo»Giuseppe Rossi invece sembra in un momento di involuzione«Quest’anno la Champions lo aiuterà a consolidare le qualità che ha, dopo aver fatto benissimo in campionato. Lui non è un personaggio, è timido ma ha personalità, deve far parlare in campo».
La sua è comunque una Nazionale già fatta?
«Assolutamente no. Il gruppo è aperto, i ragazzi lo sanno ».
Cosa sta cercando in particolare?
«Prendiamo la difesa. Abbiamodei giocatori con determinate caratteristiche. I centrali sanno leggere le situazioni, gli esterni hanno grande generosità, spingono, cercano la profondità. Io sono contento ma cercherò anche altro. L’idea poi è quella di seguire centrocampisti dimanovra».
I “grandi vecchi” del nostro calcio, i Totti, i Del Piero, possono sperare?
«Se Di Natale facesse 25 gol.. non avrei remore a chiamarlo. Se a fine campionato qualcuno fosse stato protagonista di una grande stagione e stesse bene fisicamente certo che ci penserei…»
Che campionato si aspetta?
«Molti allenatori andranno a ricercare i risultati attraverso il gioco. E’ una cosa di cui abbiamo bisogno».
Candidate allo scudetto?
«Il Milan è davanti a tutti, di qualche lunghezza. Le altre potranno insidiarlo».
Per chiudere: un suo giudizio sulla questione tassa di solidarietà…
«Se è legge, si paga e basta»
…e sullo scontro Ulivieri-Tavecchio sui 5600 tecnici di Prima, Seconda categoria e Juniores.
«Più allenatori preparati a tutti i livelli ci sono e meglio è. Coverciano è una grande scuola, invidiata da tutto il mondo. Sono convinto che anche a livello dilettantisco ci debbano essere tecnici selezionati e qualificati».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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