Dopo il pareggio in casa contro la Fiorentina martedì al San Paolo il debutto nella Coppa più bella. Arriva il Villarreal di Rossi. Sarà coreografia a sorpresa tra inni e bandiere Benvenuti qui a Fuorigrotta sede dei sogni
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
I sogni muoiono all’alba, ma al tramonto – persino con gli occhi spalancati – ciò che si intravede in lontananza è un drappo tricolore; e l’eco che si sparge in un San Paolo preso d’assalto è un inconfondibile Hymn Ligi Mistrzów. Si gioca sempre, al sabato o al martedì, alla domenica o al mercoledì, perché oramai non c’è differenza, campionato o Champions, tutto o quasi diventa un momento di delirio collettivo, di follia allo stato puro: benvenuti a Fuorigrotta, il centro di gravità permanente d’una città sospesa in un pallone, trascinata all’euforia e indifferente dinnanzi alla doccia gelata di Verona, ad uno scivolone che ha lasciato eventualmente cicatrici nell’anima della squadra, non certo in quella della sua gente. E al pareggio di ieri sera, contro la Fiorentina, si può applicare quasi lo stesso principio. La squadra è uscita dal San Paolo tra gli applausi ed è questo quel che conta. Certo i punti… Ma – pazienza – è già domani.
SCORIE – Si gioca e basta. Per liberarsi delle tossine di un pareggio (contro i viola) che non è piaciuto e che doveva essere altro. Per smaltire le scorie ambientali di quella serata rovinata da Moscardelli a Verona. Tutto sembra sparire d’incanto, in quel micro-universo che risistema i conti con l’umore attraverso i «soliti» quarantamila spettatori che hanno ormai metabolizzato persino i rischi del calcio e non si adombrano: il Chievo è il passato da rimuovere, la Fiorentina anche, mostrando al Napoli l’assoluta disponibilità della sua gente.
QUANTI SONO – Quarantamila: un colpo d’occhio che non lascia indifferenti, un’onda che nel riscaldamento del pre-partita travolge ogni singolo calciatore, destinatario d’attenzione, un coro che scalda quella squadra alla quale viene offerta riconoscenza per le emozioni offerte.
IL SINDACO – L’unione fa la forza è in quell’ennesima notte stellata al San Paolo accorrono in massa, simbolicamente guidati dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ormai sostenitore degli azzurri allo stadio e in piazza. I sette anni che hanno trasformato calcisticamente la città diventano modello da esibire e l’atmosfera accattivante della Fuorigrotta d’oggi diviene un virus che contagia chiunque.
CHE ATTESA! – Ma il tempo scorre via veloce e mentre Napoli e Fiorentina stanno entrando negli spogliatoi al termine della loro fatica, la gente applaude comunque e la testa è già andata altrove: martedì, ore 20,45, par di ascoltarla la musica, l’ultima colonna sonora d’un popolo in cerca di eroi. Il Villarreal è dietro l’uscio e per ora, ad aspettarlo sono già in quarantatremila, un esercito che annuncia un prevedibilissimo tutto esaurito e che fa seriamente paura al record di presenze con il Benfica che resiste da tre anni ma che, pian piano, si sta sgretolando, mancando poco meno di novemila spettatori per arrivare ai 51.597 di quella sera. L’evento è ormai imminente e Napoli lo vive a modo suo, lasciando già intuire lo scenario e persino la scenografia di una giornata indimenticabile, avviandosi poi ad abbattere pure il primato d’incasso dell’era De Laurentiis (1.576.500,00 euro) legato sempre al Benfica.
BENVENUTO VILLARREAL – La partitissima nasconde curiosità tecniche ma anche ambientali e in questa sfida da brividi ci sono anche aspetti da romantici: il numero uno del Villarreal, Roig, sa già che la sua vigilia sarà consumata da un tavolo all’altro, perché tra gli inviti – al suo arrivo a Napoli – non troverà solo quello per la cena ufficiale con i dirigenti azzurri ma pure la prenotazione al ristorante della famiglia Cantalupo del Rione Alto, amici di vecchia data e con i quali da anni intrattiene rapporti commerciali. Il calcio verrà dopo: prima, in alto i calici.
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