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CdS – Per il Napoli un City già da Champions e una Manchester nuova capitale del calcio

City e United saranno protagoniste della prossima stagione

 Forse non diventerà una nuova Milano, tanto meno una nuova Glasgow, di sicuro non sarà mai un’altra Istanbul né un’al­tra Atene, ma in ogni caso la città di Manchester sarà protagonista della prossi­ma stagione in Inghilterra e probabilmente anche in Europa. United contro Ci­ty, mai così vicine, mai così favorite al­lo stesso modo. Tre partite di Premier League, 9 punti, primo posto condiviso, i rossi con 13 gol segnati, i celesti con 12, Liverpool e Chelsea staccate di 2 punti. All’ultima giornata una doppia impresa clamorosa: otto gol dell’United all’Arsenal, cinque del City sul campo del Tottenham. E’ il tuono di una città che, trovando nuovi protagonisti, si an­nuncia tutta insieme al regno britanni­co.

Fino a poco tempo fa ne conoscevamo bene solo una sponda. Il City era la par­te più folkloristica di Manchester, an­che se, prima dello sceicco, aveva vinto due campionati. L’United era tutto. Era la storia d’Inghilterra e il vanto di Man­chester. Era Manchester affacciata nel mondo, padrona di milioni di tifosi da Seul a Tokyo. Non è una città affasci­nante, tutt’altro. Ma l’Old Trafford, da solo, valeva la pena di un viaggio. Il Maine Road no, non lo conosceva nes­suno fuori Manchester.

STORIA OPPOSTA – Sono nate quasi insie­me, l’United nel 1878, il City due anni dopo e, un po’ come dicono a Torino, la più debole pare abbia più tifosi in città rispetto alla più ricca. Anche nei mo­menti di maggior glo­ria, il City ha sofferto lo strapotere dei riva­li. Quando vinse lo scudetto nel ‘68, i reds conquistarono addi­rittura la Coppa dei Campioni; e quando portò a casa la Coppa d’Inghilterra nel ‘69, l’United si prese il titolo nazionale, pro­prio come è successo la scorsa primave­ra. Nella sua storia ha conosciuto anche la Serie C, mentre l’altro Manchester dominava l’Inghilterra e l’Europa, con generazioni di fenomeni che si rincor­revano, da Bobby Charlton a George Best, da Beckham a Rooney.

FUTURO SIMILE – L’ultima retrocessione del City è del 2001, poi da lì, in modo brusco e rapido, il rapporto di forze è cambiato grazie all’arrivo del Primo Ministro della Thailandia, Thaksin Shi­nawatra, il Berlusconi di Bangkok: pri­ma che le polizie di mezzo mondo ini­ziassero a inseguirlo, spese una fortuna per rifare il City. Che nell’agosto 2008 è passato allo sceicco Mansour bin Zayed al-Nahyan, uno dei padroni di Abu-Dhabi, uomo da 1.000 miliardi di dolla­ri.
Da quel giorno, a un allenatore dalle idee brillanti (Roberto Mancini) ha af­fidato un organico strepitoso con Yaya Tourè, David Silva, Balotelli, Dzeko, fi­no ad Aguero e Nasri. Come qualità di giocatori, meglio dell’United. Lo stadio, che nel frattempo si è chiamato City of Manchester Stadium e ora Eithad Air­ways in onore dello sponsor, è diventa­to sempre più pieno. Non avrà ancora il fascino dell’Old Trafford, ma ci si sta avvicinando. Quanto a Mancini, deve essere un onore sfidare il mito di Fergu­son.

LE ALTRE – Per il passato, Manchester ri­corda Torino, la città che non si è divi­sa equamente 34 scudetti, perchè 27 so­no della Juve e 7 del Torino. Per il futu­ro, forse potrà somigliare di più a Mila­no che ha vinto 36 titoli, 18 ciascuno fra Milan e Inter. In Italia anche Ro­ma ha vissuto un anno da protagonista, il 2000-01, con la Roma prima e la Lazio terza, dopo un in­seguimento che a un cer­to momento sembrava sul punto di realizzarsi. Il duplice splendore di Madrid si è con­cluso nel ‘96, stagione dell’ultimo scu­detto dell’Atletico (9 in tutto), col Real (31) fuori gioco. Niente a che vedere con Glasgow: 54 volte i Rangers, 42 il Celtic, agli altri le briciole. E ancora più lontane sono Mosca (Spartak, Cska e Lokomotiv, 14 scudetti in 3, appena 5 a tutte le altre da quando è nato il campionato russo), Istanbul (Fenerbahce, Galatasaray e Besiktas 48 titoli in totale, 7 per tutte le altre città) e Atene (69 scudetti fra Olympiacos, Panathi­naikos e Aek, contro i 6 del resto della Grecia). Ma è un altro calcio. Le due Manchester pensano in grande.

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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