Natale a Buenos Aires: e quel corto – 14 dicembre 2008 fu il primo episodio d’un calciopanettone a scadenza annuale, una ricorrenza ciclicamente rispettata e santificata. Succede a dicembre, quando tutti dovrebbero essere più buoni: infatti, Ezequiel Lavezzi rimedia un cartellino giallo (2008) con la Lazio e salta la trasferta di Torino, ultima giornata prima delle vacanze, riuscendo dunque a partire prima; poi, a Cagliari (12 dicembre 2009), scaraventa una pallonata su Allegri, si prende il rosso e non gioca con il Chievo; e infine, stagione passata, a metterci qualcosa di suo è il destino, che il 6 dicembre lo stende e lo manda in anticipo in Sud America. Natale con i tuoi, insomma: e lì si aprono le prime crepe con De Laurentiis, un contradditorio sull’etica che trova distanti l’attaccante e il presidente.
E comunque nulla rispetto a ciò che accade il primo giugno del 2009, quando il pocho saluta e se ne va, lasciando una lettera per i tifosi in cui sintetizza i motivi di una partenza improvvisa, in realtà legati al braccio di ferro con la società per il rinnovo del contratto. La storia infinita, sui rapporti vibranti tra Lavezzi e De Laurentiis s’arricchisce poi di un nuovo capitolo il quattro agosto, quando il pocho rientra da Baires, chiede altri sette giorni di riposo lavorativo – al mare, a Porto Cervo, però con tanto di barca – li ottiene da Bigon e Mazzarri a cui «faticosamente» s’aggrega De Laurentiis, dopo un no iniziale che apre un caso poi chiuso con un comunicato.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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