Le guglie della Sagrada Familia governano imperiose dall’alto della loro leggiadrìa, ma in quell’universo in cui l’ombra di Gaudì s’avverte ovunque, la pulce che si infila nel modernismo catalano è un genio dell’architettura calcistica capace di disegnare parabole immaginifiche a prova d’autore.Il Tibidabo, lassù, è la sentinella d’emozioni d’un popolo vibrante e multietnico e dalla collina in giù, sino a Barceloneta, in quel groviglio di Quartieri Spagnoli che sembrano condurti per mano a Napoli, c’è l’essenza della visione estatica di Carlos Ruiz Zafon: « i ricordi di centinaia di persone, le loro vite, i sentimenti, le illusioni…… qui c’è tutto prigioniero per l’eternità » . Il tour nel microcosmo d’un fenomeno normalissimo e però capace di colpire con effetti speciali è racchiuso in una passeggiata tra i giardini dell’infanzia perduta e gli orizzonti d’un uomo privo di merletti, il ponte ideale per superare le frizioni e le barriere; e in questo girovagare tra la memoria ed il futuro, scendendo da Parc Güell sino a Santa Maria del Mar, il romanzo di Lionel Messi, d’un dio calcistico in carne ed ossa che dribbla le avversità a concede in dono la fantasia riesce a non confondere – mai – il sacro con il profano, rimanendo sempre un passo dietro la venerazione, il fanatismo altrui, controllato e vietato attraverso un atteggiamento composto, moderato, mai divistico.Il Messi( a) che fa del Camp Nou il santuario del football moderno è il vicino di banco o il signore della porta accanto, un uomo qualunque depurato d’ogni capriccio da star, che lascia nell’ombra il proprio talento, lasciandosi illuminare invece dalla luce propria d’una umanità incontaminata dalla fama ed estranea al più flebile riverbero di gossip. Barcellona è il paradiso conosciuto nella faticosa – e pur dolorosa – età dell’innocenza, il luna park creato con le stimmate dell’artista, un gigante capace di sfidare le leggi di gravità e di rivoltare il mondo dal basso. Il re messo al nudo altro non è che uno di voi, e fa niente – almeno per lui – se la materia azulgrana che sgorga sempre fresca come acqua di fonte l’ha arricchito e ne ha pure addobbato il salotto d’una bacheca ormai enorme quanto il suo Camp Nou. Perché Messi è molto di più, més que un campeon…
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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