Cannavaro – Chi l’avrebbe detto? L’ottomismo della volontà ha la meglio sui preconcetti e la favola “ingenerosa” del fratello Fabio viene seppellita sotto una massa uniforme che conduce diritto alla duecentesima presenza ormai prossima. Il capitano è anche leader silenzioso d’un Napoli che può gonfiare orgogliosamente il petto per una serie di exploit in rapidissima sequenza: profeta in patria? C’è chi può.
Grava – Il jolly, o anche la sua longevità : ottava stagione con la maglia accarezzata da fanciullo, resistendo a chiunque, perfino ad un incidente che troncherebbe un toro. Riparte con la voglia da ragazzino, però avendo alle spalle la scalata dalla serie C e 152 partite tra campionato e coppe varie come testimone della perseveranza.
Vitale – Il bambino è cresciuto: era un allievo, è diventata una alternativa. In sintesi, appena in 40 partite: però è partito dal basso e si è ritrovato a segnare al Benefica e alla Steaua in serate per lui d’onore. Magari ha la valigia pronta, però dentro può infilare i ricordi di chi è diventato adulto con la coperta di Linus addosso.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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