Il filo azzurro che lega uomini, donne e bambini e trasforma il San Paolo in una Woodstock del Terzo Millennio è lo spot d’una città che calcisticamente vive immersa in uno stato d’euforia e quei sessantamila che si ritrovano per l’overture d’una stagione da consegnare alla storia rappresentano la sintesi d’una passione collettiva eterna. Il benvenuto al Napoli è un festival in stile hollywoodiano che Aurelio De Laurentiis allestisce attraverso la propria visione cinematrografica dell’esistenza e in quella santabarbara che rende pirotecnica la presentazione, la sacralità d’un evento popolare è consegnata alla benedizione dell’arcivescovo Crescenzio Sepe, che nel clima si cala con leggera ironia ( « Dio vi benedica e a maronn v’accumpagn…») prima di ricevere in regalo da Cannavaro una maglia del Napoli autografata da tutti i calciatori: «La metteremo all’asta e il devoluto andrà ai poveri».
LO SHOW – La fonte battesimale di un anno tridimensionale (da assaporare tra campionato, Champions e Coppa Italia) è quello stadio spalancato alla città e rappresentata in campo dal sindaco, Luigi De Magistris, fasciato in una polo azzurra, dotato d’un potere di sintesi generalmente sconosciuta ai politici e sobrio, persino discreto, su quella scena lasciata immediatamente ai protagonisti: « Incredibile quanta gente sia venuta qui. Dico solo al mister e ai ragazzi che la passione può tanto».
GRAZIE, TIFOSI – Il colpo d’occhio di un san Paolo in cui la partita per una volta diviene un accessorio resta scolpito nelle statistiche e i sessantamila che si sono avviati con un paio d’ore d’anticipo per sostenere la standing ovation conquistano i passaggi salienti del discorso introduttivo di De Laurentiis: «E’ grazie alla vosta passione che siamo arrivati a tagliare un traguardo storico, la Champions, che mancava da troppi anni. Giocare tra le stelle più luminose d’Europa arricchirà il nostro bagaglio umano e calcistico. Il Napoli vuole inserirsi stabilmente nelle alte sfere calcistiche, quelle che voi napoletani meritati. E vogliamo che la città sia simbolo di cultura, operosità, creatività , bellezza e solida concretezza ».
DEDICA SPECIALE – Il calcio è un dettaglio che resta ai margini dell’avvenimento e nell’orgia di sentimenti che vibrano nell’aria il flash più toccante è un luccichio nell’anima lasciato brillare da una riflessione di De Laurentiis: «In questo momento, è doveroso inviare un messaggio ai mariani di Procida tenuti sotto sequesto su una nave in Somalia. A loro ed alle famiglie vada il nostro abbraccio, con l’augurio che presto saranno tutti quanti qui con noi».
BENVENUTI AL SUD – Lo stress della domenica e del risultato a prescindere è soppressa dalla serrata inm corso e in un san Paolo egualmente festante c’è l’occasione giusta per non prendersi troppo sul serio, lasciando sfilare gli idoli e consegnandoli poi alla verve di Alessandro Siani, un ciclone che s’abbate su Hamsik ( « ma a Milano che andavi a fare? » ) trascinato poi nell’ormai inevitabile « chi non salta rossonero è » nel quale lo slovacco finisce per recitare il ruolo d’attore portagonista. L’applausometro impazzito subisce sussulti a ripetizione, fino a deragliare con Cannavaro ed Inler, con Cavani e Lavezzi, cullati dalle note d’uno stadio innamorato pazzo dei tre tenori.
PAY PER VIEW BENEFICA Il clima è un invito per le famiglie allo stadio e in quel San Paolo riempitosi praticamente in ogni seggiola, tra quei sessantamila che osservano estasiati, come se intrufolati in una dimensione surreale, non c’è fotogramma fuori posto: Napoli-Palermo comincia e l’amichevole rappresenta pure l’introduzione d’un modo nuovo di vivere il calcio, offrendosi in pay per view ma con incasso devoluto alle famiglie partenopee bisognose.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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