Sul punto più bello del sogno, riecco il solito incubo. Sempre lo stesso, terribile e incontrollabile: arriva una squadra vestita di giallo e trasforma il paradiso del Napoli in un inferno. Quella squadra è il Chievo, alla terza vittoria consecutiva in tre partite sugli azzurri, sei punti portati via nel grande campionato scorso di Mazzarri, già tre quest’anno, con tanto di detronizzazione napoletana.
Tutto si è risolto dopo un’ora abbondante di vuoto. Quando Di Carlo e Mazzarri hanno fatto due cambi a testa, alzi la mano chi puntava su Moscardelli e non su Cavani. Noi, per fare un esempio, non possiamo alzarla. E siamo stati puniti, perchè il sinistro di Davide Moscardelli, centravanti non propriamente tascabile del Chievo, ha lasciato il segno. Gol a parte, Moscardelli ha cambiato la partita imprimendo la svolta con una rabbia incredibile. Non Cavani, e nemmeno Inler e Hamsik, il trio che Mazzarri aveva lasciato in panchina per un’ora.
RIVOLUZIONE – Sette cambi rispetto all’ultima gara il Napoli non li ha retti. Non è ancora nelle sue corde una rotazione così massiccia, la più pesante da quando Mazzarri siede su questa panchina. Erano cambi in parte suggeriti dalle tre gare in sette giorni, ma il Napoli non ha risposto come il suo allenatore immaginava. Ricordando Manchester e la partita col Milan, sembrava un’altra squadra, senza forza, senza idee, senza spinta e con poche risorse tecniche. Non si ritrovava. Lo schema più frequente era il lancio lungo di Aronica spostato al centro del trio per guidare una difesa nuovissima. In mancanza di alternative ( e soprattutto di spinta sui corridoi esterni), non era un delitto ricorrere anche al lancio lungo, ma la balestra di Aronica partiva con netto ritardo sui tempi previsti, con la difesa del Chievo serenamente schierata. Quando la palla raggiungeva Maggio ( era la fascia destra l’obiettivo prescelto dal sinistro di Aronica), c’erano sempre Jokic e Hetemaj pronti a raccogliere il lungo cross del centrale napoletano. Non era da Napoli attaccare così.
ZERO PARATE – Il gioco scorreva lento e prevedibile anche per le vie centrali, in questo caso l’assenza di Inler era evidente. Mai però quanto quella del tridente titolare. Mazzarri aveva schierato Pandev (un disastro) punta centrale, con Mascara e Santana ai fianchi, ma nessuno dei tre riusciva a tenere palla per far salire la squadra, a dialogare stretto, a far valere una maggiore qualità tecnica. Il Chievo, da parte sua, aveva deciso di limitare la sua partita al controllo dell’ex capolista: difendeva con tutti i suoi giocatori dietro la linea della palla e ripartiva rapido in contropiede, senza però scalfire la robustezza di Aronica e soprattutto di Fideleff, che all’esordio ha mostrato belle qualità (rare di questi tempi) di marcatore fino all’erroraccio del gol. Anche Di Carlo aveva cambiato molto rispetto alla sconfitta di Parma, aveva 5 giocatori nuovi che garantivano alla squadra di ripartire in velocità appena recuperata la palla. Ma era diverso rispetto al Napoli: i veronesi dovevano solo difendere bene, con ordine, e ripartire. Il Napoli invece doveva mettersi al comando del gioco, ma non trovava le solite coordinate. In questa situazione, nè De Sanctis, nè Sorrentino sono stati impegnati nel primo tempo: 0 tiri in porta.
POI CAVANI E… MOSCARDELLI – Dopo un’ora di niente, Di Carlo e Mazzarri hanno cercato di restituire alla partita un po’ di qualità e, viste le panchine, sembrava il Napoli la squadra destinata a un miglioramento più sostanzioso con Cavani al posto dello spento Santana e Inler per Maggio, con Dzemaili trasformato in esterno destro. Invece il Chievo è stato più intraprendente, ha cominciato a tirare con Hetemaj, con Cesar e Moscardelli, uno dei due appena entrati. E proprio il maxi- bomber ha fatto partire una labbrata di sinistro, dopo il cross di Hetemaj che Fideleff, al primo errore della sua partita, ha deviato sui suoi piedi. Una labbrata che ha incenerito De Sanctis. Un minuto prima era entrato anche Hamsik, ma il Napoli non riusciva a ritrovarsi. Per difendersi meglio, Di Carlo ha tolto Paloschi, messo Mandelli al centro della difesa, ora schierata a 5, e in questo modo il Chievo si è messo in tasca i 3 punti per la terza volta a fila.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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