Quando, anche con un po’ d’emozione addosso, si presentò ai napoletani per la prima volta (era il 7 ottobre del 2009), Walter Mazzarri sintetizzò in cinque parole il suo progetto azzurro: ridare un’anima alla squadra. Dove “anima” era e resta un equilibrio imperfetto ma essenziale tra carattere ed orgoglio, disciplina e sacrificio, applicazione sul lavoro e autostima. Ebbene, dopo due anni di buon calcio e di straordinari risultati, è ormai chiaro quel che Mazzarri voleva dire ma non disse. L’avesse fatto, più o meno le sue parole sarebbero state le seguenti: signori, voglio in Napoli che somigli a me. Mazzarri c’è riuscito. Perché questo Napoli gli somiglia per davvero. E’ vero perché al di là della pratica sul campo, il Napoli è prima d’ogni altra cosa un gruppo solidale. E non c’è via di mezzo: o si è dentro quel gruppo, oppure non se ne fa parte. Ecco, se oltre al lavoro maniacale dell’allenatore e alla voglia della squadra di stupirsi e di stupire sempre più, c’è un segreto dietro le fortune meritate degli azzurri, beh, il segreto è proprio questo. E arriva da lontano. Erano liberi Mancini e Delio Rossi, infatti, quando il Napoli salutò in tutta fretta Donadoni, ma De Laurentiis puntò deciso su Mazzarri. E tra Mazzarri e la squadra fu intesa a prima vista. Quel Napoli, sestultimo con sette punti in sette partite e quindi in perfetta media serie B, strabiliando tutti riuscì a mettere subito quindici risultati buoni uno di fila all’altro. In cento giorni e quindici partite guadagnò trentuno punti e risalì undici posizioni: da sestultimo e a rischio serie B a quarto e in odore subito di Champions, per finire poi sesto e in Europa League.
UNA PRIMA STAGIONE STRAORDINARIA – E “la seconda è ancora più bella”. Perché il Napoli europeo riparte con ambizioni nuove e un nuovo centravanti che segna come non aveva mai segnato. E’ sempre più il Napoli di Mazzarri, non v’è dubbio, e Cavani è giusto il bomber che mancava. Ventisei gol in campionato e sette in Europa sono tanti. Anche per questo il Napoli vola e si migliora. Finisce il campionato al terzo posto e va di filato in Champions League, senza passare neppure per i preliminari. E la Champions è una novità per tutti o quasi. Una fantastica esperienza, ma anche un motivo di crescita e di valorizzazione per il club e per la squadra. Club e squadra che si danno una priorità: la Champions, appunto, anche se questo vuol dire per adesso mortificare un poco il campionato.
Una scommessa importante e anche rischiosa, ma non tradisce l'”anima” del Napoli che, anzi, regala una notte straordinaria contro il City. Una delle partite da mettere in cornice e appendere nella galleria dei grandi ricordi azzurri d’ogni tempo. «Lasciatemi godere questo momento» , dice Mazzarri a fine gara, mentre ancora gli rimbomba nella testa il canto di gioia della città. Racconta di godersi la vittoria, Mazzarri, ma forse ancor prima del risultato va a godersi il suo lavoro e quella squadra che nell’era Aureliana mai era arrivata tanto in alto. Con una consapevolezza e una speranza, però: la consapevolezza che nulla è stato ancora conquistato e la speranza che il bello deve venire ancora.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro