Però Freud non gioca: e in quest’ora e mezza da psicanalisi, con le ombre della sera che s’allungano misteriose e una luna piccola, piccola così che si profila all’orizzonte, magari a Mazzarri servirà un lettino. « E’ solo una questione psicologica ». Testa e poi anche cuore: ma Napoli-Chievo, nel freezer d’una serata da brividi per quei trentacinque giorni all’asciutto in campionato, diviene calcisticamente un dettaglio, e il pallone finisce in sala d’attesa. « Perché noi giochiamo, ma psicologicamente qualcosa ci succede ». Freud non c’è, tocca a Mazzarri…
Cosa chiedere a questo campionato, Mazzarri?
«Il massimo, sempre il massimo. I conti si fanno alla fine e non pongo obiettivi, Ma noi giochiamo sempre per vincere e questa con il Chievo la vogliamo far nostra più di ogni altra gara: magari anche giocando male, fa niente. E lo dico io che guardo sempre alla prestazione».
Paradosso: sentirsi sotto esame, con la Champions in arrivo e la Coppa Italia che dista un gol.
«Sto nel calcio da trentatré anni e so come nascono le valutazioni. Valgono i risultati, eppure noi ne abbiamo fatti e siamo vivi e presenti in ogni manifestazione. E’ vero che il distacco, in classifica, s’è fatto ampio, ma è anche vero che in altre due manifestazioni godiamo di chanche e di stima. Io chiedo alla gente di starci vicina. Loro sanno che diamo sempre il massimo. Ma ci sta girando tutto all’incontrario e siamo stati penalizzati dalla sorte: ma loro sanno come siamo».
Con rispetto per il Chievo, di nuovo una «piccola»…
«Intuisco le difficoltà delle partite, pure a Siena è successo. Magari, nell’inconscio, se l’avversario è meno blasonato, c’è un pizzico di rilassamento, ma la volontà e la determinazione è sempre fatta salva. Cambio qualcosa, devo pensare alle nove partite in un mese e mezzo: chi giocherà, dovrà avere l’umiltà di battagliare. Rispetto al passato stiamo segnando di più e ci ritroviamo comunque in ritardo. Giovedì sera, nell’ultimo quarto d’ora, due pali e un quasi-gol di Cavani: però abbiamo perso».
Si chiama flessione, questa.
«Ma soltanto nei risultati. Ho chiesto ai ragazzi la stessa ferocia delle grandi sfide. Io so che ce la metteranno tutta e pure i contenuti nella manovra mi piacciono. Il Chievo, giustamente, verrà per contenere: a noi il pallone non dovrà scottare tra i piedi».
Il suo bicchiere è sempre pieno…
«Ragiono dati alla mano: siamo negli ottavi di Champions, ci giocheremo l’accesso alla finale di Coppa Italia. E la serie A finisce a maggio, abbiamo quasi un girone davanti. Lo giocheremo a modo nostro: per vincere sempre. Poi magari non ci riusciamo, però ci proveremo».
Ha simpatie sparse lungo la Penisola, a quanto pare: l’accostano di qua e di là.
«E a me non frega niente, perché ho un contratto con il Napoli fino al 2013 e penso soltanto al mio club. Ringrazio per le attenzioni ma vado avanti per la mia strada».
E intanto il Chelsea è in crisi…
«Mi dà addirittura fastidio sentir parlare della Champions. Io devo pensare al Chievo, a vincere questa gara. E poi ci sarà la Fiorentina».
La tenta la difesa a quattro?
«Quelli sono input che do nel corso delle gare, quando è necessario intervenire. Siamo cresciuti tatticamente in questo modo, qualcosa mutiamo, però l’idea di gioco è valida, ha offerto soddisfazioni. E’ chiaro che se sei sotto, intervieni; e certe mosse magari stimolano, disorientano».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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