Finisce con l’ennesima vittoria, ma non basta per agganciare l’ultimo posto, quello valido per la Champions. Il Pocho, acclamato dai tifosi, saluta tutti, lancia la maglietta, poi si allontana.
Walter Mazzarri si presenta con il volto ugualmente sereno. «Dispiace aver perso a Bologna, perché avremmo fatto qualcosa di strabiliante. In quel momento avevamo il destino nelle nostre mani, ma resta una stagione formidabile, dal punto di vista generale siamo contenti». Gli chiedono se quella di Lavezzi, fischiato per la prima volta, sia stata l’ultima partita al San Paolo. «Non ho fatto caso ai fischi del pubblico, il nostro obiettivo era vincere e arrivare più in alto possibile. Alla cinquantesima partita le forze un po’ ci sono mancate. Quando sarà chiusa l’annata, se mi verrà chiesto dirò quello che penso su tutto, su Lavezzi e tutto il resto». E ora la Coppa Italia. «Il risultato non cambierà il giudizio che ho su questa stagione: abbiamo lottato fino all’ultimo per andare in Champions e siamo arrivati in finale di Coppa Italia e questo nonostante abbiamo affrontato, alla grande, la Champions. Tre anni fa eravamo sest’ultimi e ora siamo qui. Non abbiamo la rosa di Milan e Inter, ma siamo andati avanti lo stesso. E’ una grande stagione».
L’UOMO PARTITA – Dossena, autore di una splendida doppietta, racconta la sua rinascita: «E’ stato un mese e mezzo difficile per me, volevo chiudere bene. Dedico questa vittoria a mia moglie che aspetta il nostro primo figlio e a mio papà che da lassù si sarà fatta una risata. Il terzo posto sfumato? L’ho capito perché non ho sentito il boato del pubblico. E’ stata un’annata emozionante, abbiamo dato tutto, però arrivare a giocarsi il terzo posto all’ultima giornata e la finale di Coppa Italia, beh, credo che sia un traguardo. Noi ora daremo tutto, noi vogliamo la coppa, ma non chiedetemi altri gol: io devo fare il Dossena, Cavani il Cavani, sarà una bella battaglia e può succedere di tutto».
MERCATO – Meno uno e poi saranno fuochi pirotecnici, idee e sogni, voci e fantasie, un giochino avvincente che tiene desta l’attenzione, prima di intrufolarsi nella stagione che verrà: il mercato è dietro l’uscio dal quale arrivano gli spifferi e c’è tfermento ovunque, con un viavai di indicazioni e valigie pronte per disfatte. Il Napoli osserva, annota, poi riparte, destinazione Sud America, dove ormai è di casa, perché è dimostrato – lo dicono i fili d’erba del san Paolo – che le affinità sono immediate: un difensore (di destra), un esterno di fascia (a sinistra), un interditore centrale (o anche due) e poi un attaccante rappresentano le tentazioni.
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