Appena arriva alla Ciutat Esportiva ( la cittadella dello sport) del Barcellona per l’allenamento pomeridiano Mazzarri si guarda intorno meravigliato. Il centro è imponente. E in piena attività. Nove campi da calcio, un campo da basket al coperto, uffici. Qui si allenano anche Messi e compagni. Mazzarri è molto incuriosito. Ma è pronto per presentarsi in sala stampa dove l’aspettano una cinquantina di cronisti ed una decina di tv. Indossa la maglietta del Napoli ed è tirato a lucido. «Essere a Barcellona per il Trofeo Gamper è un onore per noi, nonché una grande soddisfazione – dice –Qui hanno giocato solo grandi club. Questo significa che in questi anni abbiamo fatto cose importanti. Affronteremo la squadra più forte del mondo e sarà un test importante per verificare la nostra crescita, capire a che punto è arrivata la nostra condizione e comprendere anche come potremo procedere in Champions».
NAPOLI, MODELLO BARÇA –Ma è quando gli chiedono se il Napoli possa davvero un giorno raggiungere i livelli del Barça che si lascia andare ad una riflessione sincera:«Il Barcellona è arrivato a questi livelli col tempo. Ma anche loro sono ripartiti da zero. E bisogna dare merito ai manager ed ai dirigenti di aver saputo portare avanti questo progetto. Più o meno quello che potrebbe fare il Napoli se prosegue nella sua crescita. In sette anni è partito dalla C fino ad entrare in Champions dalla porta principale. Merito della gestione De Laurentiis. Di certo, continuando così potremmo giungere vicini al livello del Barcellona se non addirittura raggiungerlo. Anche per me è motivo di grande soddisfazione perché anche io in questi due anni ho raggiunto i traguardi migliori della mia carriera».Pausa. Mazzarri riflette sulle potenzialità del suo Napoli al confronto di un club che è sicuramente tra i primi al mondo:«Giovedì scorso ho provato un’emozione enorme quando ho visto i trentamila tifosi all’allenamento. Ne parlavo con Bigon che era accanto a me in panchina. Dicevo: ma tu guarda di cosa è capace il pubblico di Napoli e dove si potrà arrivare se si crea una sinergia importante. Ho provato davvero qualcosa di intenso».Il tecnico toscano, in piccolo, vede il suo Napoli avviato sul modello Barcellona:«Anche da noi la Primavera si allena accanto alla prima squadra da un anno. E pratica le stesse teorie di gioco. Ma ci vuole tempo, Roma non si fa in un giorno». Peccato che Castelvolturno disti anni luce dalla Ciutat Esportiva. E peccato che gli investimenti per il settore giovanile rappresentino pur sempre una voce minima rispetto al resto. Per ora il modello-Barça rimane un sogno dopo aver toccato con mano cosa sono stati capaci di realizzare i dirigenti blaugrana.
MESSI SUPER –Ma stasera c’è la super- sfida e dall’altra parte un manipolo di campioni che sembra un’orchestra del calcio.«Come si ferma Messi? Speriamo sia distratto. A parte gli scherzi, Messi non si può limitare perché gioca in una grande squadra, a differenza della sua Nazionale, e quando ti sembra estraniarsi ti piazza la giocata imprevedibile.
Ma il Napoli ha una sua fisionomia e non la cambierà. Il risultato è l’ultima cosa che ci interessa. Piuttosto dal campionato prossimo non ci saranno più titolarissimi. A parte quei tre, aspettatevi rotazioni continue in altri settori. Gioca chi sta meglio». Non si sbilancia sulla corsa scudetto:«Ci sono almeno quattro- cinque pretendenti ». Poi cercano di trascinarlo in polemica con Mourinho:«No, anche qui con le trappole? Per favore, voglio stare in pace. Quello che dovevamo dirci ce lo siamo detti in Italia ed è finito lì».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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