Aveva previsto tutto, pur ritenendosi soddisfatto di come si è comportata la squadra finora. «Sapevo che quest’anno sarebbe stato difficile avere una continuità di risultati a certi livelli – dice Mazzarri – Avremmo dovuto comportarci da grande quando ancora non lo siamo. Speravo che il processo di crescitapotesse avvenire in tempi brevi, invece al di là di ogni considerazione sui singoli dobbiamo migliorare in tanti aspetti. Ci manca il cinismo sotto porta, la freddezza nel chiudere le gare, la determinazione e l’equilibrio nel fare nostre certe partite. Eppure le occasioni da gol vengono puntualmente create, ma le sciupiamo sistematicamente. Non solo, questa voglia di attaccare sempre ci porta a fare degli errori ed al primo di questi prendiamo gol».
LA FILOSOFIA- Mazzarri si sforza di spiegare che così deve andare. E che potrebbe andare meglio se si recuperano talune qualità evidenziate nello scorso campionato: «Con i ragazzi parlo in continuazione. Cerco di far capire loro che se ci scopriamo troppo, rischiamo con chiunque perché nel calcio italiano senza equilibri non si va da nessuna parte. E che se capita di mettere il pallone dentro, bisogna farlo, altrimenti le partite restano sempre in bilico. Ma un conto è dirlo, un altro è metterlo in pratica. Purtroppo fa parte del processo di crescita di un gruppo. L’anno scorso abbiamo fatto delle cose straordinarie, ecco perchè tutti si aspettavano chissà quali risultati da noi. Ma siamo nella norma. Dissento anche da chi dice che pareggiare in casa con il Bologna sia stato un disastro. Non lo è stato, invece, e non è una regola cambiare dopo una gara non positiva. Gli stessi undici avevano disputato un gran secondo tempo a Palermo».
LAVEZZI NO- L’allenatore del Napoli lascia intendere di voler riconfermare la stessa squadra schierata nelle ultime due gare. Anche se più di un elemento aveva palesato un calo di rendimento (Campagnaro su tutti). E Lavezzi? Il Pocho può attendere. Deve farlo per tante ragioni, compreso il rischio di una ricaduta. Mazzarri ha le idee chiare sul rientro dell’argentino dal primo minuto: « Avere la possibilità di scegliere fa sempre comodo ad un allenatore. Ma dipende dalle condizioni dei giocatori, dall’avversario, dal coefficiente di difficoltà della gare, da tante cose. Un tecnico prima di decidere deve fare delle valutazioni. Giorni fa è venuta da me una ragazza con il decalogo di Ferguson tra le mani. E uno dei punti era che la domenica è lo specchio di come si è lavorato in settimana. Nessuno può rendere al meglio se non sta bene. E’ valso per Pandev, deve valere per Lavezzi. Il Pocho è stato fermo per infortunio ventuno giorni, poi ha fatto dieci giorni di differenziato e soltanto quattro sedute con noi, quindi ha bisogno di un altro po’ di tempo per entrare in forma. Gli altri invece stanno meglio e devo tenerne conto. E poi, abbiamo visto che al di là dei singoli, il Napoli ha fatto delle buone cose anche quando sono mancati giocatori molto rappresentativi. Il nostro destino non dipende dal singolo ma da come si comporta la squadra ». Il problema è che Lavezzi, da solo, riesce a far saltare il banco mentre con gli altri non succede, specie se l’avversario chiude gli spazi: «Ci inorgoglisce sapere che gli altri cambino atteggiamento tattico quando ci affrontano ma ci fa anche riflettere. Stiamo lavorando per questo e qualche accorgimento è stato già preso ». Difende poi Inler: «Personalmente sono soddisfatto, ha realizzato un gol decisivo in Champions ed a Palermo era stato tra i migliori. Può darsi che abbia un minimo di difficoltà ad inserirsi in un modulo diverso, vedremo. Anche Gargano veniva criticato e poi sappiamo come è andata. Inler non può essere sempre al massimo».
ALLA FERGUSON- In un futuro, l’idea prospettata dal presidente lo intriga: «E’ un ruolo che mi affascina, ma dovranno esserci tutti i presupposti per farlo ed avere le idee precise». Infine si sofferma sul Siena e sugli obiettivi del Napoli: «Il Siena ha raccolto la maggior parte dei punti in casa, giocano bene e sono un gruppo unito. Per i nostri obiettivi, al presidente è stata chiesta una preferenza ma oggi non si può dire dove possiamo arrivare. Faremo i conti alla fine: non mi precludo di arrivare primo ma neanche settimo. Vedremo, l’importante è dare sempre il massimo».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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