Per i dirigenti della Fifa, Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, è il tecnico che ha espresso le cose migliori durante la fase a gironi per l’accesso agli Ottavi. Ed a lui ha voluto dedicare una «finestra» sul sito ufficiale con una lunga intervista. Alla domanda del perché abbia adottato il 3-4-3, rinunciando al classico contropiede, Mazzarri ha risposto:
«Questo è esattamente il motivo per cui mi vedo come un innovatore. Sono un allenatore italiano ma sostengo uno stile flessibile del calcio che non si basa solo su quel sistema. In ogni caso, non è il sistema che conta, ma la mentalità, i movimenti e la selezione dei giocatori secondo la loro posizione in campo. Siamo efficaci perché le squadre devono essere in grado di fare tutto il possibile. Il contropiede è efficace quando tutta la squadra ne viene coinvolta».
Si è confessato a 360° il pilota dei partenopei, parlando anche della sua precedente esperienza nel Napoli nel ‘99, da vice di Ulivieri: «Da allora sono cambiate tantissime cose. Tanto per iniziare, il calcio è cambiato molto più velocemente di quanto si pensi. Lavorare con Ulivieri, poi, è stato molto utile. Io sono cresciuto e mi sono sviluppato da allora mettendo insieme tante esperienze diverse (il lavoro a Napoli è l’ottavo della sua carriera di club). E in termini di organizzazione di club, penso che tutto sia cambiato in questi ultimi dieci anni».
Ma l’esternazione più significativa ha riguardato il gruppo di calciatori che sta allenando. Ha sottolineato Mazzarri:
«Il Napoli è la squadra più forte che abbia allenato, che non è esattamente lo stesso modo di interpretare la cosa. Tutto dipende con quale criterio si giudica. Sto parlando di una squadra con un potenziale enorme, che può andare in campo e giocare un buon calcio. Difficile gestire giocatori di talento quali Cavani, Lavezzi, Pandev, Hamsik ed ora Vargas? E chi ha detto che tutti devono giocare tutti allo stesso tempo? (Ride, ndr) Avere così tanti attaccanti in rosa significa che hai sempre tante valide opzioni, come in ogni grande squadra. E’ anche importante guardare la formazione e sapere quale giocatore contribuisce maggiormente alla squadra in quel determinato momento. I giocatori devono lavorare in funzione della squadra e far sì che si costruisca una formazione fortissima».
Anche un riferimento al Barcellona:
«Sappiamo quale schema funziona meglio e stiamo cercando di sviluppare quello. Il Barcellona sta facendo la storia in questo momento, ha una mentalità vincente e questo è l’immagine che stanno proiettando a tutti. Molti altri club hanno studiato il loro modo di giocare, e il loro stile è un punto di riferimento per tutti».
Poi, un desiderio già espresso a proposito del suo futuro:
«Mi piace il modo in cui Ferguson svolge il suo lavoro al Manchester United. E ‘un modello molto funzionale, trovo il ruolo di manager-allenatore affascinante».
Infine, l’accostamento al periodo di Maradona:
«Ogni epoca è diversa. Maradona rappresenta la storia del Napoli e stiamo facendo tutto il possibile per rendere la città di nuovo orgogliosa. Detto questo, siamo fieri di aver riportato a Napoli l’entusiasmo e la passione di quel periodo».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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