Qui dove il calcio è nato e tutto diventa epopea, qui dove il Napoli può scrivere un’altra pagina della sua storia, ci sarà anche lui, in panchina. Il Tas gli ha congelato la squalifica. «Ci speravo, ne avevo parlato con l’avvocato Grassani, c’erano due possibilità ma considerati i tempi stretti, il congelamento era la soluzione migliore. E’ andata bene» . Walter Mazzarri sarà in panchina, un sostegno in più in una partita che si annuncia difficilissima: «Nello spogliatoio, fra il primo e il secondo tempo le analisi dell’allenatore possono essere utili. E’ questo il qualcosa in più che può venire dalla mia presenza, altrimenti non avremmo fatto tutto quello che abbiamo fatto» . Profumo di calcio, di grande calcio. Scorrono le gigantografie: Zola, il giocatore più amato dalla tifoseria del Chelsea, Ray Wilkins, Drogba, Malouda, Pieter Osgood morto a cinquantanove anni di infarto e le cui ceneri sono state disperse sotto un dischetto del rigore. Il calcio inglese è questo, futuro e tradizione, piani che si sovrappongono e non confliggono. Passare ai quarti in questo Tempio del Football sarebbe straordinario.
COERENZA – Ma sarebbe anche autolesionistico pensare che il più è stato fatto. Lo dice Mazzarri: «Dobbiamo dimenticare il 3-1 del San Paolo, dobbiamo giocare per fare risultato». Come a Manchester contro il City, come a Monaco, nel secondo tempo, come a Vila Real. Arsenal-Milan, giocata in un altro quartiere ma sempre in questa città, appare come un vero e proprio «memento»: «Io non credo che corriamo il rischio di sottovalutare l’impegno. Al contrario, credo che il pericolo più grosso sia quello di voler fare qualcosa di diverso per poter giungere al risultato. Invece, dobbiamo giocare come sempre, concentrati, determinati ma tranquilli» . Perché non c’è più bisogno di stupire, bisogna solo raccogliere: il Napoli è già adesso «la rivelazione europea così come è stata lo scorso anno la rivelazione italiana». E poi, se arriveranno i quarti vuol dire che qualcosa «verrà aggiunto a questa vicenda strordinaria» . Giocare come sempre, giocare per il risultato perché «quando stiamo bene possiamo fare tutto, schiacciare i nostri avversari nella loro metà campo come abbiamo fatto con l’Inter». E poi la gente che ha fatto migliaia di chilometri per portare qui l’entusiasmo della «prima volta» : «Spero che tutti quelli che sono venuti possano entrare allo stadio e possano darci una mano. Il nostro pubblico è eccezionale e in casi come questi si esalta. E noi con i risultati, con le prestazioni lo abbiamo aiutato ad esaltarsi. Vorrei un finale che contempli un nostro gol o anche due. Comunque un finale che ci porti ai quarti». Insomma, un happy end.
INGLESI – Sulle spalle del Chelsea una responsabilità enorme: non far scomparire dalla Champions la Premier. «Ma non è il calcio inglese in declino, è quello italiano che dopo aver sofferto la supremazia di Inghilterra e Spagna, adesso sta rialzando la testa. Se poi stasera anche l’ultimo rappresentante inglese uscirà fuori dalla competizione, allora vorrà dire che il calcio italiano in questo momento è superiore a quello inglese» . Ma questa superiorità bisognerà dimostrarla sul campo, davanti a un pubblico che si infiamma, sopra quel dischetto che ha raccolto le ceneri di un calciatore-simbolo. E’ il palcoscenico che non tollera distrazioni sottovalutazioni: «Sì, con Di Matteo qualcosa è cambiato. Ha vinto due partite su due e questo ha restituito entusiasmo alla squadra. Ma non sono i piccoli dettagli tattici che mi preoccupano. E’ il contesto, l’ambiente, una squadra di grandi giocatori. Ma io lo so: se la mia squadra gioca come ha giocato in tutte le altre occasioni in questa Champions, la partita sarà affascinante. E aperta a tutti i risultati».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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