«Venite con me, andiamo a vedere quali sono i punti di forza del Parma e poi ci alleneremo».Mazzarri porta i suoi in sala video prima della seduta di rifinitura. Mostra quanto è bravo Giovinco in certe situazioni di gioco. Mette sul chi va là difensori e centrocampisti. Allerta gli attaccanti. Non sa più cosa inventarsi per scacciare dalla mente l’attesa per il Bayern, un’attesa contagiosa, San Paolo esaurito, possibile record d’incasso.
«Ieri un calciatore di ritorno dalla Nazionale è venuto a salutarmi e l’ho invitato subito a visionare uno spezzone della gara con l’Inter per correggere certi errori che pure ci sono stati nonostante il tre a zero», rivela l’allenatore.
ATTENTI AL PARMA A Castelvolturno è consentito parlare solo degli emiliani.«Guardate che organico che hanno, impossibile prendere sottogamba l’impegno– prosegue il tecnico –Del resto, dobbiamo ricordarci di come ci hanno affrontato Chievo Verona e Fiorentina. Ai ragazzi l’ho detto e ripetuto: c’è da tenere alta l’attenzione ma da come si sono allenati penso che l’abbiano percepito». E’ una sfida che potrebbe proiettare, seppure temporaneamente, il Napoli in cimaalla classifica. E Mazzarri chiede ai suoi la massima concentrazione. Forse, anzi senza forse, è un vantaggio allenarsi lontano dall’euforia che regna a Napoli in vista del match più atteso di Champions. Sottolinea Mazzarri:«L’entusiasmo può essere positivo ma dobbiamo essere bravi a farcelo scivolare addosso. Questa è la crescita che mi aspetto: sapersi concentrare su una partita per volta pur sapendo che tre giorni dopo bisogna ritornare in campo. Fosse dipeso da me non avrei fatto la sosta. Ma qui si passa da un estremo all’altro: o si gioca ogni tre giorni, oppure ci si ferma per una settimana intera. Senza calcolare che in mezzo ci sono le partite delle nazionali. Ho allenato nove-dieci giocatori mentre gli altri erano fuori. Resta così un solo allenamento con la squadra al completo e riesce difficile andare in campo il giorno dopo. Zuniga, ad esempio, arriverà soltanto oggi. Ma c’è voglia di far bene e non pensare alla Champions».
NO AL TURN OVER– Stavolta niente rotazione. Non ce n’è bisogno.«Si tratta della prima di un ciclo di partite– osserva il tecnico –e non è il caso di fare avvicendamenti. Ma ho già spiegato che il turn over per noi è un discorso scientifico. Lo si fa in base a tanti ragionamenti, quando ci si accorge chealcuni giocatori non possono avere un rendimento massimale. Ma quando si gioca contro le più forti scendono in campo i titolari altrimenti si rischiano brutte figure. Semmai ci penseremo dopo il Bayern».
Poche novità, quindi. Dossena prende il posto di Zuniga mentre in attacco ritorna Cavani che con l’Inter era stato rimpiazzato da Pandev. Difesa e centrocampo confermati anche se Dzemaili si tiene pronto per rimpiazzare uno tra Inler e Gargano a gara in corso. Anche Mascara, Santana e Lucarelli, ritornato in panchina, sono in prellarme per dare il cambio ad uno tra Cavani ed Hamsik. Dipende dal risultato.
IL MATADOR ED IL POCHO– Mazzarri se li coccola entrambi. Ha parlato con Cavani dopo il furto subito: «Non dovrebbero esserci conseguenze psicologiche. Anche io e Maggio subimmo un furto quando eravamo alla Samp. Ad ogni modo, io, Bigon e la società ci siamo messi a sua disposizione per qualsiasi esigenza».E poi il Pocho che non segna al San Paolo dal 25 ottobre 2010:«Lavezzi sta bene e rispetto a Giovinco ha più forza e reattività ma sono entrambi nazionali ».Infine, una osservazione sullo stress che hanno accusato Ibra e Cassano:«I soldi non sono tutto, solo chi fa il calciatore o l’allenatore può capire. Non è semplice essere sotto i riflettori per anni e non a caso le carriere dei calciatori si stanno accorciando».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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