Il sottomarino giallo fa capolino da una mensola del bar davanti al Madrigal. E i sottomarini, si sa, anche quando sono un po’ ammaccati, custodiscono nella propria pancia qualche «siluro». Basta poco, una disattenzione, una sotovalutazione, l’idea che sia tutto facile perché di là c’è una squadra che boccheggia e di qua una che festeggia. «C’è aria di grande evento, di appuntamento con la storia. Conosco le insidie del calcio: vedo troppa euforia, troppa agitazione. Devo tenerla sotto controllo» . La fissità dello sguardo di Walter Mazzarri racconta la tempesta emotiva che accompagna questa partita. A un passo c’è un ottavo di Champions: uno straordinario traguardo per il Napoli, per lui. «Ma io non penso alla mia carriera, voglio solo dare una soddisfazione alla nostra gente che vive di calcio». La gente è fuori, davanti a questo strano stadio, rivestito di ceramica come una enorme toilette. Cercano biglietti, si informano sull’orario di apertura dei botteghini. E aspettano che la storia passi di lì, proprio su quella stretta «calle» tra la caffetteria che espone sciarpe e simboli della recente grandezza calcistica di questa città e i cancelli di uno stadio in cui le tribune finiscono a pochi centimetri dalla linea laterale.
INSIDIE – Si capisce chiaramente: il rischio da scongiurare è la contaminazione euforica. «Devo far capire ai ragazzi che devono fare solo quello che sono abituati a fare. Dobbiamo cercare la vittoria senza pensare di spaccare il mondo. Faremo tutto quello che è necessario per vincere: cureremo la tattica, l’alimentazione. Sapendo che nel calcio esiste la sorte. Contro il Lecce abbiamo segnato subito ed è stata una marcia trionfale. Contro la Lazio ci abbiamo provato in tutti i modi e non siamo riusciti a cavare un ragno dal buco». Allontana la paura di una serata come quella vissuta contro la Juve: «Abbiamo analizzato gli errori, nel finale probabilmente i difensori non erano molto lucidi. Ma ci metterei la firma ad andare anche stasera avanti di due gol perché sono convinto che la rimonta questa volta riusciremmo ad evitarla» . Invita a non confidare troppo sulla «depressione» del Villareal: «E’ chiaro che per loro il campionato è la competizione principale, si trovano nella stessa situazione in cui spesso ci troviamo noi quando affrontiamo la Coppa Italia. E’ chiaro anche che noi abbiamo più motivazioni, il Villareal, però, non regalerà nulla. Sono una grande squadra, sono stati sfortunati». Ed è convinto che pure il Bayern non regalerà nulla: «Una squadra con quel blasone va sempre in campo per vincere. E poi vorrà chiudere con una vittoria un girone che ha dominato, un girone in cui solo noi siamo riusciti a fermarli».
POLEMICHE – Smorza le polemiche: quelle a proposito degli Sceicchi e dei premi a vincere ( «De Laurentiis ha fatto solo una battuta e tale doveva rimanere: il Villareal farà la sua partita, il resto non mi interessa» ) e quelle di Mancini a proposito della superiorità del City ( «In linea generale ha ragione visto la “rosa” sontuosa che ha. Ma il calcio è questo e noi siamo davanti e se riusciremo a rimanere davanti anche stasera, avremo fatto una cosa straordinaria» ). Pian piano sta ritrovando i nuovi acquisti: «Sono contento di come sono cresciuti. Le scelte nella mia testa le ho già fatte ma proprio la crescita di questi ragazzi mi induce a meditare sino all’ultimo su due, tre soluzioni» (Dzemaili o Inler? Zuniga o Dossena? Ma alla fine dovrebbero giocare i titolari, Inler e Zuniga). E’ dalla trasferta di Boras contro l’Elfsborg, dal 2010 che il Napoli non vince in trasferta: «Qui le squadre italiane non hanno mai vinto. Proveremo a sfatare questo tabù, con tutte le nostre forze, con serenità. Abbiamo dimostrato che quando facciamo le cose al meglio, possiamo vincere contro chiunque».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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