Cerca di girare attorno alla questione, di evitare le insidie della polemica. Ma è evidente che le parole di Aurelio De Laurentiis lo hanno colpito su un nervo scoperto: la gestione della “rosa”, l’accusa che spesso gli viene rivolta di utilizzare sempre gli stessi giocatori, gli stessi “fedelissimi”. Walter Mazzarri non ci sta. Mastica amaro per la terribile sconfitta e al presidente lancia un messaggio chiaro: «Un allenatore fa certe scelte perché pensa di mandare in campo la squadra migliore e poi non dobbiamo dimenticare che dieci giocatori su undici di questa squadra sono gli stessi che lo scorso annno hanno portato il Napoli sorprendentemente in Champions». Insomma, non è una questione di antipatia verso le “rose” ampie, verso il turn over. «I presidenti possono dire quello che vogliono ma i tecnici scelgono sempre i giocatori che danno le maggiori garanzie», sottolinea. Il tecnico difende la squadra e si difende: «Sino al 2-0 siamo stati in partita». Sottolinea: «Giocare a Torino è sempre difficile, contro una squadra, la Juve, che sta dominando. Fino al primo gol abbiamo combattuto. Il secondo, invece, ci ha tagliato le gambe».
PROBLEMI – Eppure il Napoli di ieri sera è stato il lontanissimo parente di quello ammirato tante volte, anche in questo campionato, soprattutto in Champions. Sembra quasi che qualcosa si sia rotto: «Può darsi che abbiamo perso un po’ di smalto. Ma per capire quello che è successo ieri sera io dico che bisogna guardare alla difesa della Juventus. Ha grandi giocatori come Barzagli, soprattutto come Chiellini che fisicamente è mostruoso e lo stesso Bonucci che sta crescendo, ci hanno bloccato sull’esterno. Può darsi che noi in qualche giocatore non siamo al massimo, ma la vittoria è merito di questa Juventus che a livello difensivo è fortissima. Potevamo fare un po’ meglio ma sono stati bravi loro a non farci fare il nostro gioco. Stanno meglio, sono più lucidi di noi». Ancora una volta un gol su palla inattiva: «Ma questa volta il gol è stato casuale. Un rimpallo, un gol sfortunato. Però abbiamo reagito, abbiamo messo alle corde la Juve, avremmo potuto pareggiare poi, però, è arrivato il raddoppio, un eurogol».
INTERROGATIVI – Pandev ha aggiunto un minimo di vivacità ma il cambio con Inler, uomo d’ordine, è apparso bizzarro: «Ho abbassato Hamsik, ho giocato con due mediani. Poi, dato che eravano in difficoltà davanti alla forza fisica della Juventus, ho inserito Dzemaili. Purtroppo il raddoppio è nato proprio da una palla perduta da lui». Però davanti qualcosa non funziona: «Forse i tre hanno perso lucidità. Lavorano troppo? Un allenatore deve badare agli equilibri e se davanti non segni, gli attaccanti devono dare una mano a difendere. Ma non si può dire che oggi siano stati poco lucidi perché in realtà non hanno avuto nemmeno le occasioni, la Juve non ci ha fatto sviluppare le nostre solite azioni». Pandev, però, sembra l’attaccante più in forma e chiede di essere promosso titolare: «E’ difficile venire qui e mettere fuori Lavezzi o Cavani e poi una cosa è entrare a partita iniziata e un’altra dal primo minuto. In ogni caso ora valuterò. Per giunta contro la Lazio dovrò inventarni qualcosa: ci mancano due esterni su tre. L’infortunio di Maggio è una brutta cosa per noi». Sottolinea ancora: «La Juve ha giocato con maggiore veemenza, fisicamente ci sovrastano» . Assolve Hamsik: «Aveva l’influenza, è stato male tutta la notte» . Ora la Lazio: «Noi dobbiamo fare la corsa solo su noi stessi, affrontare la prossima partita con la Lazio come una finale». In vista della Coppa Italia la partita di ieri non significa nulla: «Le squadre raggiungono il top della condizione in un determinato momento e venti giorni dopo non sono altrettanto brillanti. E poi perdere a Torino ci può stare. No questa sconfitta non avrà alcuna in fluenza sulla finale di Roma».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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