E ora quel velo di malinconia che occulta gli orizzonti va rimosso in fretta: uno strappo e via, lasciandosi alle spalle quell’insopportabile profumo di Londra. Domani è un altro giorno, chissà: e affinché del 14 marzo resti il piacere d’averlo vissuto, non l’amarezza che ancora avvolge Napoli, l’alternativa da inseguire è il richiamo del cuore, una mozione d’affetto che raschi il fondo dell’anima d’un Mazzarri proiettato oltre la delusione e persino nel 2013. «Se dipende dalla mia volontà, io resto. Ho un contratto e voglio rispettarlo» . Il cielo è ancora maledettamente più blues, ma il calcio offre nuove chanches e presenta rivincite immediate: e mentre il pallone avvelenato sta per scivolare nell’archivio della memoria, Udinese-Napoli è il primo capitolo d’un altro romanzo.
CHE BOTTA! – Si fa in fretta a invitare a rimuovere le incrostazioni, ma si riparte e non c’è tempo da perdere sul quarto versato: palla al centro e pedalare, rileggendo le pagine d’un capolavoro sul quale Mazzarri scarabocchia il proprio inappellabile giudizio. «Fa male essere usciti, ma io alla squadra, per quanto fatto in Champions, do 10 e lode. Siamo stati straordinari contro una superpotenza come il Chelsea, e prima siamo stati eccezionali con Manchester City, Bayern e Villarreal. Un anno fa, gli spagnoli ci eliminarono dall’Uefa; stavolta, li abbiamo battuti all’andata e al ritorno. Ringrazio Zola per i complimenti, ci abbiamo provato sino al 120’. Gli errori si commettono, le partite si perdono, l’esperienza si acquisisce. Io, come ogni allenatore, sono stato sempre lucido: pensate che alla vigilia ho detto anche bischerate per farli sorridere. Ma ai miei ragazzi dico bravi» .
RIBALTONE – Tre giorni prima, il Chelsea; tre giorni dopo, il Siena: e in mezzo, questa serata infida, misteriosa, da affrontare senza Maggio e Lavezzi, rimasti a casa, senza Hamsik, senza Aronica; e con Dzemaili trequartista, Pandev in versione tenore. E’ una rivoluzione più o meno annunciata, l’inevitabile legge del turn over da applicare per fronteggiare malanni (alla tibia per Maggio, agli adduttori per il pocho) o stanchezza. «Ho detto ai ragazzi che la tristezza va trasformata in energia positiva. Dobbiamo reagire. La formazione la conosceranno prima di scendere in campo. Tra Cavani e Di Natale sarà gran match a distanza, sono due bomber diversi nel loro modo di segnare: Edi lo fa da due anni, Totò da sempre, ma hanno il fiuto entrambi. E comunque si affrontano due squadre che ci provano: noi a Londra abbiamo creato cinque occasioni» . Le ferite le lenisce il campo…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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