Tre soli colori nella sua vita, due sole maglie: quella biancoceleste dell’Argentina e quella azzurra del Napoli. Diego Armando Maradona, provato da una operazione di calcoli renali, atterra in Cina e conferma i Grandi Amori calcistici della sua vita. Non è la prima volta, non sarà l’ultima. Lo aveva dichiarato il suo «amore eterno» per il Napoli nei giorni del Mondiale sudafricano: il ricordo di quelle stagioni straordinarie, di una squadra che aveva portato una città in cima al calcio italiano ed europeo. Ripetute ora, nel momento in cui i ragazzi di Mazzarri si ritagliano un posto negli Ottavi di Champions, finiscono per apparire quasi un passaggio del testimone. Da una squadra a un’altra, da un’epoca a un’altra. Ma lui, Diego, resta il grande filo conduttore, l’incona che lega passato, presente e futuro. Napoli non lo ha mai dimenticato, non ha mai smesso di amarlo. E nemmeno lui ha smesso di amare Napoli, quella sua seconda casa, bella, complessa e difficile. I volti della gente, dei vecchi compagni. Per molto tempo è stato quasi un fantasma ingombrante; ora è un simbolo stimolante perché non può esistere un grande futuro senza un grande passato, vale nella vita e vale nel calcio. Maradona è la storia del Napoli, la storia migliore, unità di misura per chi vuole andare avanti.
PASSIONE -Nonostante i postumi dell’operazione è volato in Cina. «Due giorni fa ero in una camera di ospedale ma ci tenevo a essere qui oggi» , ha detto davanti a una platea densamente popolata di bambini. E densamente popolata di suoi incrollabili tifosi, ovviamente napoletani. Perché a Shanghai lo ha accolto il Club Napoli Cina Azzurro Impero che ora cambierà nome e, ovviamente, si chiamerà Napoli Club Maradona. Lo ha portato nell’Estremo Oriente un noto produttore svizzero di orologi, Hublot. Ma per lui il tempo non si è fermato. Maglietta nera con il nome del produttore di orologi (anche in cinese), un po’ appesantito, pizzo e baffi curatissimi, volto un po’ sofferente: ha scatenato l’entusiamo con i giochi di prestigio realizzati con il piede sinistro. D’altro canto, sotto lo sguardo impressionato e divertito di Djokic alcuni giorni fa aveva palleggiato con una pallina da tennis. Ieri si è limitato a una sorta di tiro a segno con i palloni da football, un esercizio che ha consentito di staccare un assegno di centomila euro devoluto dal produttore di orologi ai bambini cinesi meno abbienti. Poi, davanti a una platea internazionale di giornalisti ha ripetuto la sua dichiarazione d’amore: «Nel mio cuore ci sono principalmente l’Argentina e il Napoli».
INDICAZIONI -Persino il Boca è passato un po’ in secondo piano. Eppure il prossimo 4 febbraio lui sarà alla Bombonera per l’addio al calcio di Martin Palermo. Una parata di vecchie «stelle» argentine. Da un lato la «squadra di Martin» , cioè gli ex del Boca, dall’altro gli «Amici di Martin» . Nella prima ci saranno Maradona e Caniggia, nell’altra Juan Pablo Veron. In pratica una festa del calcio, con molti ricordi e qualche lacrima. Il suo cuore, però, batte per il Napoli: «Sta facendo bene, il popolo napoletano merita una grande squadra come questa». E poi un consiglio che dato da lui, uno che i gol li faceva, assume una rilevanza ancora maggiore: «Forse bisogna fare qualcosa sul mercato relativamente alla difesa. Napoli e i napoletani, che sono sempre nel mio cuore, meritano una grande squadra. Io non li dimentico mai. E mi piacerebbe poter partecipare a Napoli ad appuntamenti come questi».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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