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CdS – Maggio: “Caro Napoli non ti lascio più”

Il Napoli è la squadra che ha trasformato la sua diversità in grandezza. Il calcio di Mazzarri è un’evoluzione continua, ma inva­riabile è il suo marchio. Invariabi­le eppure difficile da controllare, da irretire, da dominare: difesa a 3 e manovra sulle fasce, ritmo e in­tensità, gioca così da sempre, ma da sempre crea problemi ai colle­ghi che lo affrontano. Come va pre­so il Napoli? Dove va attaccato? Co­me si può emarginare? In quale zo­na va pressato? Domande che spes­so non trovano risposte efficaci, an­che perchè negli anni sono cresciu­ti gli interpreti dei vari compiti, aumentando il livello di qualità e pericolosità della squadra. Il più… cresciuto probabilmente è Christian Maggio, trent’anni il prossimo febbraio, una mazzarria­no di ferro fin dai tempi della Sam­pdoria. In Nazionale ce l’ha spinto il calcio del tecnico livornese, su questo possono esserci pochi dub­bi. Adesso, insieme, puntano a qualcosa di molto sostanzioso: lo scudetto.


LIPPI E PRANDELLI
– Del resto proprio il ct e l’ex ct hanno indicato nel Na­poli una candidata molto seria per il campionato. Impossibile nasconder­si a oltranza. « Siamo ancora all’ini­zio, abbiamo battuto avversari fortis­simi, la strada è giusta, ma è prema­turo parlare di scudetto». Prematuro dopo le vittorie (stravittorie) su Mi­lan e Inter? Pur nella sua cautela ( anche questa derivata dallo stile-Mazzarri), Maggio fa una concessio­ne molto ampia: «Quale squadra mi ha davvero impressionato? Nessuna, forse perchè noi abbiamo sempre im­posto il nostro gioco. C’è stata una partita in cui ho capito in pieno la forza del Napoli ed è stata quella che non ho giocato, contro il Villarreal, mica una squadretta. Da fuori ho vi­sto un gruppo compatto che giocava un calcio di grande intensità e impo­neva alla partita il suo gioco e il suo ritmo».

PERSONALITA’ – Sono stati i nuovi ac­quisti a dare la spinta definitiva al Napoli. Proprio qui, a Coverciano, spiegando mesi fa le ragioni che di­videvano gli azzurri dalle grandi della Serie A, Maggio si era soffer­mato sulla personalità e sull’espe­rienza, facendo riferimento alla fa­mosa partita (con sconfitta) di San Siro contro il Milan. Ora questa di­stanza non c’è più. «Il Napoli è cre­sciuto ed è diventato ancora più for­te e divertente. Il merito va anche al mercato perchè sono arrivati gio­catori di qualità e di esperienza e i risultati dicono tutto. Quanto alla distanza dalle milanesi ora puoi pensare che sia diminuita: Inter, Milan, e anche Juve, Roma e Lazio sono messe bene, ma ora ci siamo anche noi del Napoli». Dicono che Napoli sia la città ideale per sogna­re. «Napoli è una città importante per il calcio, è la città di Maradona, sappiamo di avere un valore note­vole, ma vogliamo fare le cose nel modo migliore».


SPECIAL MAZZARRI
– Pochi lo cono­scono come lui e ora che ha festeg­giato i due anni di Napoli, può dire cosa ha di speciale il suo allenatore, scegliendo però una sola qualità, al­trimenti c’è il rischio di non finire più… «Una qualità? La schiettezza. Ti dice le cose in faccia e ti dice tut­to quello che pensa. Per un giocato­re è molto importante sapere chi ha di fronte » . Prandelli è diverso, dice Maggio. «Intendo come tipo di gio­co, prepara benissimo le partite, ma col ct ci troviamo tutti bene. Ri­spetto ai tempi della Fiorentina so­no cambiato io, non lui. Avevo an­che un’altra età, adesso vedo i tren­t’anni » . Un altro crepuscolo alla Ibrahimovic? «No, ma credo che nemmeno lui pensi all’addio, sareb­be un peccato per il gioco del cal­cio».

LA “3′ E L’ITALIA – Rispetto ai tempi della Fiorentina, di Prandelli è ri­masta intatta la sua fede alla difesa a 4, con risultati eccellenti anche in Nazionale. Ma questa fedeltà, come ha spiegato lo stesso ct, costa caro a Campagnaro e Cannavaro che non indosseranno la maglia azzurra per­chè il Napoli gioca con la difesa a tre. Eppure passando dalla linea a 3 alla linea a 4 non dovrebbe cambia­re qualcosa anche per gli esterni?

« Cambia molto meno e poi io ho giocato a quattro anche nella Samp. Per i centrali invece è diver­so, non è così semplice». Ma Canna­varo e Campagnaro, visto come stanno giocando, riuscirebbero a cavarsela anche cambiando impo­stazione? «Bisogna rispettare le de­cisioni del commissario tecnico» .

Risposta da doppio azzurro.

FINIRE A NAPOLI – La discussione sul suo rinnovo di contratto è iniziata. L’idea, il progetto, il sogno di Chri­stian Maggio è questo: «Chiudere la mia carriera a Napoli» . Parlarne ora, con De Laurentiis, sarebbe un bel vantaggio perchè questo è il mo­mento migliore di tutta la sua car­riera. Quando Mascara ha fatto par­tire quel lancio a San Siro sapeva che Maggio ci sarebbe arrivato pri­ma di Nagatomo, sapeva che non sa­rebbe stato un lancio sprecato. «Il mio desiderio è migliorare ancora, crescere sempre di più e giocare ad alti livelli». Semmai restare ad alti livelli.

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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