BUENOS AIRES – A tredici anni gli piaceva ballare, era un modo per provare a dimenticare la separazione dei genitori, Sandra e Rodolfo. Era un piccolo ribelle Luis, un gran talento che sarebbe sparito se non fosse stato per Sofia, la sua fidanzata, adesso diventata moglie e madre della figlia Delfina. Luis Suarez, una infanzia difficile, per due volte avrebbe voluto lasciare il calcio, ma grazie a Sofia non l’ha fatto e questo pomeriggio, quando in Italia saranno le 21, il bomber dell’Uruguay scenderà in campo per guidare, con i suoi gol, la Celeste alla conquista della 15ª Coppa America che la farebbe diventare al tempo stesso la nazionale più vincente. Uruguay-Paraguay, la finale-sorpresa, da una parte i nuovi leader del Sudamerica, dai Mondiali del 2010, dall’altra parte la squadra che non vince, ma nemmeno perde e con pareggi e rigori è arrivata fino all’ultimo appuntamento, oggi al Monumental, lo stadio del River rimesso a posto con 5 milioni di dollari dopo che un mese fa era stato distrutto dalla furia dei vandali-tifosi infuriati per la retrocessione del club biancorosso.
CAVANI SI SCALDA –Luis Suarez, attaccante del Liverpool, è il vice-cannoniere del torneo, tre gol come l’argentino Aguero (dietro solo al peruviano Guerrero con cinque), e il bomber dell’Uruguay sarà il pericolo numero 1 per la difesa del Paraguay: «Non mi interessa essere il miglior realizzatore– ha detto –quello che voglio è il premio collettivo. La chiave di questa squadra è rispettare i processi: è tanto tempo che ci stiamo lavorando». Sarà lui il titolare con Forlan, mentre Cavani – dopo le “minacce” di De Laurentiis dall’Italia(«faccio causa all’Uruguay se si rompe…») – ieri si è allenato in gruppo dopo l’infortunio al ginocchio, partirà dalla panchina: «Sono a disposizione– ha confermato il bomber del Napoli al quotidianoOvacionSto perdendo la paura che avevo dopo l’infortunio. E’ la partita più importante della mia carriera, possiamo entrare nella storia dell’Uruguay».
MARTINO PENTITO –L’espulsione contro il Venezuela e la successiva squalifica rappresentano un grande peso per il ct del Paraguay: «Sono triste e pentito– ha detto –ho commesso un errore grave, è imperdonabile per un allenatore non stare vicino ai propri giocatori». Poi però, dopo aver respinto qualsiasi domanda su un eventuale futuro con l’Argentina, è partito all’attacco: «L’unica cosa che importa– ha concluso –è diventare campioni, l’Uruguay arriva megliodi noi, però è una finale…».
GLI ELOGI DI TABAREZ –«La fortuna? Non me ne preoccupo– ha sottolineato dall’altra parte il Maestro Tabarez –non si può fare nulla, ma il Paraguay ha una grande storia e una lunga tradizione nel combattere le avversità e ci sarà pure un motivo se, oltre a Brasile e Argentina, è stata la sola sudamericana a partecipare agli ultimi quattro Mondiali. Entrambe le squadre arrivano con grandi motivazioni, è una grande opportunità che l’Uruguay cercherà di sfruttare». Intanto, con la caccia al biglietto che continua anche se non ce ne sono più, Fernando Lugo, presidente del Paraguay, ha mandato una lettera dichiarando la nazionaleSeleccion del Bicentenario,mentre l’Uruguay, se vincerà, volerà subito a Montevideo: allo stadio Centenario saranno in 50.000 ad attendere la Celeste.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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