Dieci anni: e in quelle foto ingiallite che fanno da contorno a Catania-Napoli, emergono le radici di Mazzarri. Benevenuto al Sud: lì comincia l’avventura e da quel giorno, complice il sì a Pietro Lo Monaco, l’ad del Catania all’epoca di stanza ad Acireale, è una scalata a mani nude sulle pareti rocciose d’un calcio. Dieci anni: per ritrovare Mazzarri, per scoprire com’era e com’è cambiato, in un amarcord in cui la nostalgia viene affogata in un pallone.
Lo Monaco, ricorda?
«Eccome no. Manco fosse ieri».
Anno di grazia 2001-2002, lei deve esonerare Torrisi e cerca un tecnico….
«Ho un elenco lunghissimo, devo scegliere tra dieci. Avevo fatto questa lista, inserendo dentro tutti coloro i quali, secondo me, avevano qualità per risollevare le sorti dell’Acireale».
Chiama Mazzarri, a sorpresa.
«Era stato il tecnico nella Primavera del Bologna, lo avevo seguito perché ero rimasto incuriosito da Furio Valcareggi, che me ne parlava benissimo: ero andato dunque a vedere un po’ di partite, in cui confermava di essere un predestinato».
Ma rischiò: un debuttante, nell’inferno della serie C siciliana.
«Il carattere dominante emergeva anche osservando quei giovanotti: trasmettevano la determinazione del proprio tecnico. E poi c’era organizzazione. Chi fa calcio per professione deve saper cogliere certe sfumature».
Pensava, dieci anni fa, che quell’uomo al quale affidava il Catania potesse arrivare tanto in alto?
«E’ giusto che sia a Napoli, in uno dei club più importanti al mondo. E comunque, ad Acireale, si rivelò immediatamente. Svelo un particolare inedito, senza scendere nei dettagli: al termine di quella stagione dissi al presidente di una società ora di grosso livello in serie A, di appuntarsi quel nome sul taccuino, perché avrebbe fatto carriera».
Il primo colloquio…
«All’aeroporto di Verona, ci demmo appuntamento un pomeriggio. Arrivò con una Mercedes 190 bianca. Quando dovevamo congedarci, mi accorsi che erano trascorse due ore nelle quali avevamo parlato esclusivamente di calcio. L’invitai ad andare subito in Sicilia, per me era l’allenatore ideale. Esprimeva concetti, idee».
Vi salvaste di slancio…
«Aveva ed ha una marcia in più. Dire oggi ch’era un predestinato è troppo semplice. Arrivò di mercoledì ad Acireale, al giovedì c’era una amichevole a Milazzo: gli proposi subito un biennale. L’impatto fu bruciante, a modo suo».
Carriera rimarchevole, dice il campo.
«E’ sempre sul pezzo, è un paranoico – nel senso buono. Sa quello che vuole, sa come ottenerlo: ai calciatori dà tutto, nel lavoro è totalizzante, non lascia nulla al caso. Un perfezionista».
Non vi siete più ritrovati…
«La stima professionale non è intaccata dai rapporti personali. E’ finita quella esperienza, punto. Il calcio è una rappresentazione della vita, possono esserci incomprensioni. Si va avanti. Non c’è polemica, non è il caso e non sarebbe giusto».
L’incontra da avversario.
«Già successo e so che il suo Napoli avrà la testa sul Catania, non sul Bayern. Sfidiamo una degna concorrente per lo scudetto, perché un club del genere ha il dovere di credere in un’impresa del genere. L’organico è di spessore, il tecnico è di assoluto livello, la società conosce gli effetti della programmazione e in giro non c’è nessuno che possa ammazzare il campionato. Anzi».
Per uno nato a Torre Annunziata, che partità è?
«Non sarò ruffiano, non appartiene al mio modo di essere. Ho avuto un’infanzia povera, il calcio mi ha riempito la vita e mi ha aiutato a diventare pratico. Il Napoli che vince rappresenta riscatto sociale per noi del Sud, è un motivo affinché il territorio riparta: ma se dicessi che avverto sensazioni particolari, sarei un bugiardo».
Ha segreti di Mazzarri che potrà svelare a Montella?
«Assolutamente no e non mi permetterei, perché Montella sta dimostrando di essere preparatissimo. E poi noi abbiamo il nostro modo di essere e giochiamo in casa: a Catania non è mai stato facile per nessuno, non lo sarà neanche per il Napoli».
Tolga un calciatore al suo ex tecnico….
«Uno mi sembra riduttivo, mi offra la possibilità di togliergliene almeno tre, e sapete bene a chi mi riferisco. Attaccanti come quelli ce ne sono pochi, è impossibile persino fucilarli: perché non li prenderesti».
Il Napoli annuncia turn-over…
«E lei pensa che cambi qualcosa? Scenderà in campo una squadra degna del suo ruolo, che sta facendo benissimo in Italia ed in Champions. So che sarà una sfida viva, intesa, difficilissima: ma lo sarà anche per gli azzurri».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro