Adelante, Pocho: e l’uomo dei sogni che va incontro al futuro, è un impiastro di felicità sprigionata in un’altra notte da favola, dribbling, scatti e tango d’autore. «Ma adesso pensiamo al Villarreal: è la partita dell’anno». La partita della vita è oramai all’orizzonte e ciò che avanza di Napoli-Lecce, di una abbuffata solenne, un pranzo luculliano servito da un Pocho irresistibile, è un pizzico di prudenza per rimuovere quel velo d’euforia: «Diciamo che non abbiamo cominciato bene, ma poi ci siamo ripresi, Questa vittoria ci dà fiducia per mercoledì».
Uno, due e tre: il Lavezzi che non t’aspetti, mentre intorno è freddo e gelo e una pioggerellina che a un certo punto inonda a scrosci, è un diavolo incontenibile, l’iradiddio che manda in estasi quella Napoli ai suoi piedi, di lui ormai persa negli sguardi amorevoli. «Ma mercoledì sera abbiamo bisogno di tutti, proprio di tutti. E’ la partita della stagione». Si scrive Napoli-Lecce e però c’è solo Villarreal-Napoli nel testone ciondolante e quegli occhioni da scugnizzo che blandiscono la folla: stadio «El Madrigal», il resto è nulla e persino un 4-2 che rimette a posto i conti con il campionato diviene un dettaglio dell’esistenza racchiuso in un sospiro: «Eh, sì».
TRIPLO LAVEZZI – La fotografia tridimensionale di una serata da Lavezzi è di bellezza accecante, che lascia a bocca spalancata prima Oddo e Cuadrado – sottoposti ad elettrochoc con un dribbling passante – e poi Benassi, stupito di tanta goliardia e di così elevata esuberanza tecnica: Napoli 1, Lecce 0, però era appena cominciata; perché a seguire, tagli, diagonali, pressione costante per chiuderla, traversa sfiorata e, se non bastasse, l’assist per Cavani.
«Io mi sento bene, molto bene e continuo a ragionare per la squadra, verso la quale ritengo di dover essere utile. Io non bado a me stesso, lo sapete. E il Napoli è cresciuto, dopo un inizio un po’ blando. Siamo stati capaci di riprenderci in fretta, la sofferenza dell’avvio è stata cancellata dalla reazione. In certi momenti, comunque, dobbiamo essere più bravi a gestire la palla». Un gol al Cesena alla prima, un altro all’Udinese nell’ultimo successo interno e la sciabolata per rimettere ordine nelle statistiche e spazzare via il Lecce: «Però a me piace guardare altro».
CHE PANDEV! – Quarantacinque minuti appena per scoprire che il coro s’è arricchito, che tra i tenori c’è improvvisamente un «infiltrato», che Pandev è tornato e senza stonare mai, anzi con acuti e con la benedizione del Pocho, suo amico ed alleato, suo fresco (pardon, antico) estimatore: «Perché noi sapevamo molto bene che era un calciatore importante con grande classe e qualità. Io non sono rimasto stupito».
VAMOS, AMIGOS – Il Pocho sbalorditivo che cento ne fa ed altrettante ne pensa, è il leader incontestabile d’una squadra ormai cresciuta per stupire e mentre il 4-2 sul Lecce è stato adagiato in ghiacciaia ed il campionato ritrova una sua protagonista, «El Madrigal» si materializza tra le tenebre di una notte tenerissima e dolce, attraversata cullandosi su finte e conversioni, su tunnel e intuzioni degne di un totem: «Io dico e ridico soltanto una cosa: la sfida dell’anno, la partita più importante di questa stagione è quella di mercoledì prossimo. Contro il Villarreal c’è effettivamente la necessità di chiunque». Di un’altra serata da Pocho.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro