Adda passà ‘a nuttata: e bisognerà fare in fretta per sfuggire via dalle tenebre, dall’oblio, da quel senso di smarrimento diffuso che a Stamford Bridge ha inghiottito chiunque, dalla malinconia che s’è presa il Pocho, l’ha prostrato, scaraventandolo in terra, le braccia abbandonate, lo sguardo nel vuoto e il dolore dentro, nella carne, negli occhi inumiditi per la rabbia d’un epilogo inatteso. «E’ dura…». Sì, è un insopportabile coltello che gira e rigira nella piaga di Stamford Bridge, ma in quell’orizzonte sconfinato d’un Napoli «stellare», ciò che resta da cogliere è l’essenza d’una esperienza egualmente indimenticabile, i tratti romanzeschi d’una impresa accarezzata con dolcezza in sei mesi spaziali con le immagini delle vittorie sul Manchester e sul Villarreal che concedono sollievo e quella qualificazione agli ottavi che induce a rimescolare i sentimenti: «E’ dura digerire una sconfitta del genere, dopo la gran partita d’andata al San Paolo: ma noi dobbiamo essere orgogliosi di quanto siamo stati capaci di fare in Europa».
CARI TIFOSI – Adda passà ‘a nuttata: e sarà faticoso, uno sforzo inaspettato da rimediare andando a raschiare il fondo di se stessi, pescando nella propria anima battagliera e rimettendosi in piedi con fierezza, dimentichi di Stamford Bridge e di quel 4-1 ai supplementari che ha lasciato il segno in chiunque. Sembrava fatta, dopo il 3-1 del 21 febbraio, nonostante il salvataggio sulla linea di Cole; sembrava ormai scritta una pagina memorabile: e invece la «nuttata» di Londra è un tormento ingovernabile, un punteruolo conficcato nella testa, fiumi di fiele che scivolano nelle vene e là restano in circolo: ma il calcio del Terzo Millennio va avanti tre giorni sì e tre giorni pure e per uscire da quel buco nero che ora avvolge, Lavezzi trascina il «suo» Napoli, attraverso il proprio sito, in un dribbling collettivo per sovvertire l’umore, per evitare che il Chelsea resti una presenza fissa e inquietante nel cervello. La svolta va colta di slancio, sulla reazione nervosa che può provocare una delusione così cocente, oppure sull’ invito pubblico a dimenticare, dimenticare, dimenticare. «Purtroppo la nostra Champions finisce qua. Ma ce la siamo giocata alla pari con squadre di indiscutibile livello mondiale come il Bayern, il Manchester City, il Villarreal e il Chelsea. E’ stata un’enorme soddisfazione, nonostante tutto, nonostante l’epilogo. In questo periodi siamo stati capaci di vivere una gran bella favola, tutti assieme. E di questo voglio ringraziare tutti i tifosi che ci sono stati vicini, chi da casa e chi venendo allo stadio. Ora però restiamo uniti per continuare a lottare. Perché la stagione va avanti».
«VOGLIO VINCERE» – Adda passà ‘a nuttata, velocemente, rapidamente; e per togliersi da dosso le scorie di una malinconia travolgente, per ritrovarsi in fretta, l’unica medicina è la spensieratezza, l’allegria, la consapevolezza d’aver comunque regalato emozioni forti, autentiche a tifosi che hanno atteso l’alba a Capodichino per manifestare il loro apprezzamento, per sottolineare gli sforzi compiuti. Napoli-Udinese è praticamente dietro l’angolo, certo così vicina al Chelsea da far temere di poter condizionare la corsa al terzo posto; poi sarà il Siena e la semifinale di Coppa Italia, desideri da risvegliare con un clic, un colpo di mouse, un’illuminazione da Pocho, idolo non certo per caso: «Ora dobbiamo concentrarci sui nostri prossimi impegni, perché possiamo tornare a sorridere e presto. Dispiace a tutti essere usciti e in questo modo dalla Champions, ma il Napoli deve insistere e deve continuare su questa strada. Il nostro percorso merita di essere sottolineato, perché abbiamo affrontato club di valore mondiale e con loro siamo riusciti a far bella figura. Ma adesso arriveranno le partite di campionato e di coppa Italia». Adda passà ‘a nuttata.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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