Oh mamma mamma mamma: el corazon che batte, ripensando a Diego, osservando il pocho, è la colonna sonora d’una notte specialissima, mentre si cullano i sogni. Ventun anni e quel filo doppio azzurro che lega Napoli a Buenos Aires rimane il collante di universi così distanti eppur tanto terribilmente vicini, un tunnel interminabile che collega generazioni di fenomeni.
«Sono emozionato, è vero.Però sto bene» .
La notte delle stelle è un lampo di felicità che brilla all’orizzonte ed il Lavezzi che vibra in attesa del Villarreal – è uno scugnizzo che sfida la storia per riconsegnarla a una città in delirio:
«Sono arrivato qui quattro anni fa, sono alla quinta stagione: siamo in tanti ad aver dato vita ad un ciclo ed è bellissimo poter condividere questo momento con un gruppo di amici, con la gente che ci è stata vicina ed ha creduto in noi. Ai tifosi posso dire soltanto una cosa: state tranquilli, ce la metteremo tutta per vincere questa partita. Perché noi vogliamo passare il turno».
«IO SONO IO» – L’evento è ormai alle porte d’un san Paolo da quarantatremila e una notte e il pocho che sorridente ignora il tallone ormai ristabilito e va incontro al Villarreal e a «Pepito» Rossi è il leader riconosciuto d’un Napoli ripartito di slancio, quattro anni dalla promozione in A, e ritrovatosi in quell’elite ormai dimenticata, finita nel sottoscala d’una città ora risorta:
«Non c’è bisogno che io mi carichi la squadra sulle spalle, qui ognuno sa quello che deve fare. Ritrovarmi in copertina mi interessa poco, io penso solo ai successi del Napoli; io voglio andare avanti, in Champions. Questa è una partita diversa, è vero; ed è anche vero che questo genere di sfide io le sento di più: forse è normale, perché il clima è un altro e perché questo è un traguardo importante: stasera ci vedranno in tutto il mondo e ciò è importante per noi»
CUORE IN GOL – L’ora e mezza che si staglia all’orizzonte è una favola da vivere senza freni né paure e in questa vigilia da momenti di gioia, il Lavezzi scatenato che scherza con Mazzarri ( « il suo difetto? i capelli » ) e scruta nel pallone di cuoio è un funambolo della comunicazione che blandisce la folla come con i dribbling:
«Lo so bene che segno poco, meno di quanto dovrebbe fare un attaccante. Ma io so essere autocritico con me stesso e comunque, per natura, mi curo molto più degli assist e quindi del bene della squadra. Il gol per me non rappresenta una preoccupazione».
SCUSATE IL RITARDO – Le statistiche, impietose, evidenziano ritardi epici (ultima rete al san Paolo: 18 gennaio al Bologna in coppa Italia; ultimo rete in campionato a Fuorigrotta: 25 ottobre del 2010, al Milan), ma Napoli- Villarreal è lì, pronta ad essere agguantata da un pocho famelico:
«A me interessa vincere, perché questi tre punti potrebbero servire per andare avanti. E’ un’esperienza nuova per noi, ma siamo consapevoli di poter far bene. Sono felicissimo di essere riuscito ad arrivare in Champions in così poco tempo: quattro anni fa eravamo una debuttante in A e adesso, invece, giochiamo tra le grandi d’Europa».
Su il sipario, entra Lavezzi: il «nipotino» di Diego.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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