Gioca? Non gioca? Sembra di rivivere certe vigilie della fine degli anni Ottanta. Stessa ansia, stessa importanza nel contesto tattico, persino stesse origini. L’argentino Lavezzi tiene sulle spine migliaia di tifosi. Nonchè l’allenatore che avrebbe anche un paio di soluzioni alternative, ma preferisce tenerle ancora in freezer. Proprio come succedeva per Maradona anni fa. Nessun accostamento irriverente, per carità, solo affinità di situazione. Anche allora si usava sfogliare la margherita alla vigilia di alcune partite importanti. Gioca? Non gioca? Tranne poi rivedere in campo il leader per eccellenza, magari dopo essersi sottoposto ad un anestetico locale, oppure ad una seduta dal prof. Oliva, l’ortopedico argentino di fiducia, con studio a Milano.
SITUAZIONE – L’infortunio di Lavezzi è un po’ meno delicato di un malessere alla schiena o ad un ginocchio. Ma bisogna andarci comunque cauti. Il Pocho ha subìto una contusione al calcagno destro durante la sfida di Manchester. Escluse lesioni, ma s’è formato un edema, peraltro assorbito nelle quarantotto ore. Il rischio sarebbe quello di caricare tutto su un solo piede con la conseguenza di un possibile infortunio muscolare. Nessuno si prenderà la responsabilità di mandarlo in campo. Ma è possibile fermare un giocatore che a tutti i costi vuole giocare? A tutti i costi vuole consumare la propria rivincita sul Milan ed in tutte le maniere, persino su twitter, confida di voler essere in campo?
IL RECUPERO – Lavezzi ha riposato dopo Manchester. Si è sottoposto a cure fisioterapiche. Ieri ha provato anche a corricchiare e sembra non abbia avvertito più fastidi. « Mister, vengo in ritiro con i compagni e poi vediamo », ha detto il Pocho a Mazzarri al momento di diramare la lista dei convocati. E l’allenatore non poteva certo rifiutarsi. Stamattina l’attaccante effettuerà il provino decisivo. Al chiuso di Castelvolturno, dove non è neanche più possibile sbirciare perchè è stata innalzata una rete di colore verde a doppia maglia. Proverà a correre ed anche ad allungare. Sotto gli occhi di Mazzarri, del medico sociale De Nicola, del preparatore atletico Pondrelli. Se non avvertirà il minimo dolore, resterà in ritiro con i compagni e giocherà. Altrimenti se ne andrà in tribuna a seguire la gara da spettatore, o meglio a fare il tifo per i compagni. Ma la sensazione è che supererà il test, vuole superarlo e poi mettere piede sul manto erboso del San Paolo con l’aria del leader che non abbandona la squadra. A Lavezzi comincia a piacere questo ruolo da protagonista.
LE ALTERNATIVE – Mazzarri comunque ha pronta più di una soluzione. E ciò si deve alla cosiddetta panchina lunga, quest’anno sicuramente meglio attrezzata dello scorso campionato. C’è Dzemaili, che a Manchester ha rimpiazzato proprio Lavezzi consentendo al Napoli di trovare più equilibrio in cabina di regia senza perdere la spinta offensiva. C’è anche Santana, partito titolare a Cesena, mentre in Champions è subentrato all’ultimo minuto al posto di Hamsik (buona la sua prestazione nel trofeo di Palma di Maiorca). Ed infine Goran Pandev che rivive aria di derby e scalpita per conquistare i tifosi partenopei dopo l’occasione- gol divorata a Cesena. Per non citare Mascara, altra opzione a disposizione del tecnico. Insomma, in caso di forfait di Lavezzi, Mazzarri non si strapperebbe i capelli e si troverebbe in braghe di tela come accadeva un anno fa. Ma in gran segreto anche il tecnico toscano spera in un recupero prodigioso: con Lavezzi in campo, il Napoli diventa molto più minaccioso, nonchè imprevedibile, in fase offensiva.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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