Le tracce del campione sono nel suo DNA. Quello che lo ha portato, nel 2006, ad essere uno dei giocatori più giovani ad esordire nella massima divisione del campionato serbo, e pure quello che, non ancora diciottenne lo ha visto capitano indiscusso della Under 21 del Montenegro. Stevan Jovetic, adesso, vuole la definitiva consacrazione. Magari già a Napoli, nella stessa città che 24 anni fa vide un altro predestinato, futuro pallone d’oro, realizzare il suo primo gol in serie A. Roberto Baggio quel 10 maggio 1987 festeggiò la fine di un calvario, il Napoli di Maradona invece vinse lo scudetto. Stevan Jovetic, che Baggio in qualche modo ricorda per quel suo modo sbarazzino di interpretare il calcio, cerca la definitiva consacrazione.
CORTEGGIATO –Proprio a Napoli, di fronte al grande pubblico e pure di fronte al presidente De Laurentiis, quello che già nel 2008 con Marino aveva provato a mettersi sulle sue tracce e che la scorsa estate è pure uscito allo scoperto. Se fosse partito Lavezzi, lui avrebbe voluto Jovetic. Il principino del Montenegro, che pur di scrollarsi di dosso le ansie vissute nei mesi trascorsi lontani dal calcio adesso sprizza energia come tanti piccoli cicloni, ha vogliadi stupire.
IL PRECEDENTE –Il San Paolo già una volta l’ha ammutolito. Tredici marzo 2010, quattro giorni dopo l’eliminazione dalla Champions League. Gilardino aveva costruito il capolavoro, realizzando una doppietta. Jo-Jo mise il sigillo finale. Ora, il ventiduenne venuto dai Balcani, non si accontenta più. Non gli basta essere la giovane promessa, vuole consacrarsi a solida realtà. Per Firenze, la città che non lo ha abbandonato neppure nel momento più difficile, quando il mondo, che fino ad allora gli aveva mostrato il volto più sorridente e sereno, gli si è rovesciato sulle spalle. Un ginocchio frantumato e la sola certezza di almeno dieci mesi di sofferenza, lontano da tutto, soprattutto da quel rettangolo verde diventato fin da subito un polmone inesauribile di energia. Jovetic non si è lasciato vincere. Un anno e mezzo dopo l’ultima volta, contro il Parma si è ripreso lo scettro. Mancherà Gilardino, sa che ora tocca a lui, bomber che quando c’è da segnare non fa differenza tra casa e trasferta (10 i gol segnati in campionato dal suo arrivo in viola, cinque al Franchi, altrettanti fuori). Baggio ha vinto tutto, lui è ancora all’inizio.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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