C’è una «carta del tifoso» che funziona in tutti gli stadi d’Europa. Tranne che in Italia: è la vecchia carta di credito.
Abbiamo acquistato on line due posti per Chelsea-West Bromwich e quattro per Manchester City-Swansea. E per Newcastle-Arsenal addirittura il posto dietro la porta, a tre metri dal prato. Numero 75, fila C, settore Gallowgate Stand. E’ bastato entrare nei siti dei club, inserire la mail per l’«account» e i dati anagrafici (al Chelsea neanche quello, per loro la carta di credito valida dice che sei un gentleman), accedere alla mappatura dello stadio (come facciamo per cinema e teatro), scegliere e, clic, comprare. Così in Premier ma è stato facile anche per la B con West Ham-Leeds e Nottingham- Leicester.
DUE MINUTI – Il record di velocità va a Leyton Orient-Waycombe Wonderers del 16 agosto: dall’ingresso sul sito al «buy» in meno di due minuti, neanche fosse il club di Bill Gates. Ah, dimenticavamo: il Leyton gioca in serie C. Ma è così ovunque, in Europa: in Olanda, per Ajax-Vitesse con 75 euro prenotati poltroncina, due portate al ristorante dello stadio, gadget e posto auto. E in Spagna per Barcellona-Napoli (22 agosto) con 34 euro il posto 153, fila 8 del settore South Nike.
L’Italia? I nostri stadi sono riempiti a metà (contro il 92 per cento della Premier, l’84 della Bundesliga e il 76 della Liga), ma entrarci è sempre più difficile. Se la tessera del tifoso non ha inciso sul calo degli incidenti (hanno vietato decine di trasferte), forse sarebbe bastato «scoprire» il fantastico mondo di internet per aprire gli stadi ai romantici, senza rinunciare al nominativo. Strano che non ci abbiano pensato…
LE PARTITE – Siena-Fiorentina sarà la prima della stagione (sabato 27 agosto, ore 18), eppure non c’è vendita on line. Il sito della Fiorentina rimanda alla Ticketone dove, in effetti, propongono sì Fiorentina- Udinese e Fiorentina-Milan, ma dello scorso campionato. Stessa situazione per Bologna-Roma e Napoli-Genoa. Troppe tre settimane in anticipo? Solo per noi perché in Germania vendono posti per Shalcke 04-Bayern del 18 settembre e a Liverpool le prime dieci gare sono andate esaurite. Pasolini definiva la nostra borghesia la più ignorante d’Europa e in effetti le nuove tecnologie sembrano non aver peso per la classe dirigente del calcio: nel 2008 in Inghilterra la percentuale di biglietti on line era dell’86 per cento, in Italia meno del 19. All’estero si danno da fare per facilitare la presenza del pubblico, il calcio allo stadio è spettacolo, è festa, è una piccola felicità. I siti dei nostri club, invece, sono spesso splendide case vuote, simili a quelli di squadre albanesi come il Basa dove, seppure con sottofondo di musiche alla Casadei, l’accesso al «ticketing» è difficile. Ma poiché non è giusto fare di tutto un’erba un fascio, abbiamo voluto prenotare tre posti per Milan-Juve (21 agosto), cioè la sfida tra la regina dell’organizzazione e il primo club con lo stadio di proprietà. Ma anche qui zero. Se non hai la card del club sei fuori. Forse le vendite on line scatteranno, forse è stato un giorno sfortunato. Resta una sensazione: se sei solo un amante del calcio da stadio (e non da tv), l’Italia è un posto complicato. E allora, tanto vale andare dove ci accolgono a braccia aperte: a Leyton, per la grande sfida col Wycombe. Anche se, a essere sinceri, non sappiamo ancora dov’è.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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