NAPOLI – Hic sunt leones: e quando la maschera scivola via – al termine di uno show mutuato da Cinecittà – l’Inler day lascia scivolare i titoli di testa d’una storia a lieto fine: « Ho deciso, praticamente, quando sono venuto al San Paolo con l’Udinese: l’accoglienza all’aeroporto e l’affetto della gente mi spinsero a scegliere Napoli» . Stavolta è vero e non ci sono più distanze, né dettagli da limare: stavolta, c’è persino il tempo per De Laurentiis d’allestire una gag fingendo che sia saltato tutto ( « a costo di essere impopolare, l’ho mandato via, perché non ha voluto firmare un foglio del contratto: qui si viene per amore del Napoli, non per interessi ») e lasciando crescer l’attesa: ma, stavolta, il principe azzurro è Gokhan Inler, l’uomo dei sogni senza limiti («il campionato, la Champions e la Coppa Italia: voglio tutto » ) che si lancia a braccia aperte nel futuro ed inonda le pagine del proprio sito con l’euforia contagiosa d’un fanciullo nel bel mezzo d’una fiaba. « Non sto nella pelle: forza Napoli sempre» .
Il primo giorno non si scorda mai, perché è ricco d’aneddoti curiosi, d’un entusiasmo crescente che genera comicità involontaria dinnanzi alla domanda del De Laurentiis- giornalista («allora resterai qui a lungo?») affrontata da un Inler in stato di catalessi («nel calcio non si può mai dire…») e risolta con ironia dal presidente: «Ahò, mo’ l’ammazziamo subito… lo rimandiamo a Udine » . Ma no: hic sunt leones. Giù la maschera!
Inler, è stata lunga.
«Forse sì, ma comunque ne è valsa la pena. Io ho voluto questa città sin da aprile. Quella sera, allo stadio, capii quale sarebbe stato il mio destino. I cori dei tifosi, i loro applausi, mi hanno spinto qua. Era impossibile rifiutare Napoli».
Che sensazioni prova, a caldo?
«E’ un nuovo capitolo della mia vita che mi riempie di felicità. Innanzitutto, devo ringraziare l’Udinese e i tifosi friulani che resteranno per sempre nel mio cuore. Un grazie va anche agli altri club che mi hanno cercato. Ma essere qui è un onore, io ad aprile mi sono commosso per l’accoglienza ricevuta ».
Ci sono gare su tre fronti…
«E questo non è un problema, semmai un orgoglio, perché ogni settimana ci saranno sfide importanti. Ho già avuto modo di rendermi del clima fantastico dello stadio, di quanto siano fantastici i sostenitori azzurri. Ho scelto un grande club, che ha grandissime ambizioni. Voglio vincere, voglio centrare obiettivi importanti».
Non sarà l’unico svizzero, ritrova il suo connazionale Dzemaili.
«Lo conosco benissimo e mi fa piacere poter giocare con lui. So quanta determinazione abbia, so quanto impegno profonda: è un altro che dà sempre il massimo».
L’ha fortemente voluta Mazzarri.
« E ciò accresce il mio desiderio di cominciare: non vedo l’ora di conoscere il mister, lo staff ed i nuovi compagni di squadra. Entro in un organico in cui ci sono tanti campioni, lo faccio in punta di piedi, però con una carica straordinaria. Ci metterò l’anima, sia in allenamento che in partita, come ho sempre fatto, perché i sessantamila che ho scoperto in quel match lo meritano ».
In quella famosa notte, in cui segnò al Napoli, non riuscì ad esultare: possiamo svelare il perché?
« L’ho già detto all’epoca: ho tanti amici napoletani e mi venne spontaneo rispettarli a modo mio. E poi c’è anche un altro motivo, ma questo è un piccolo segreto che voglio tenere assolutamente per me».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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