Su la maschera: perché ciò ch’emerge dalle tenebre, è un’ombra lunga che finisce per occultare l’identità. Il Napoli c’è e però non si vede, affogato nella delusione d’un pareggio che ridimensiona d’un filino le distanze dalla cima, sommerso dall’ennesimo pieno d’amarezza offerto da un San Paolo che ha smesso d’essere l’amico del bel tempo che fu. E già, su la maschera, con il Re Leone, Gokhan Inler, ingabbiato da se stesso e da difficoltà imprevedibili, e un pareggio che resta lì sulla criniera, fastidioso come una zanzara.
Inler, cosa è successo?
«Che abbiamo affrontato una squadra molto ben organizzata, capace di chiudere «Noi ci proviamo sempre stavolta non è andata come speravamo. Hanno chiuso tutti gli spazi. Ora s’è fatta dura, ma lottiamo»tutti gi spazi, e la vita si è fatta immediatamente dura. Il gol di Acquafresca ha complicato ulteriormente la serata, ma ormai è andata ed è inutile continuare a soffermarci sulle cause, che peraltro conosciamo. Rimettiamoci a lavorare, abbiamo la forza per riprenderci».
Punto guadagnato, nonostante tutto.
«Per come è andata, per quanto abbiamo rischiato alla fine, il pareggio ci sta e diventa persino un risultato positivo. Il calcio è questo e bisogna saperlo analizzare, senza lasciarsi travolgere dagli aspetti negativi. Avremmo voluto vincere, ovviamente, ma c’erano anche gli avversari».
La sindrome da «piccole» ha colpito ancora.
«Sbaglia chi pensa che in serie A ci siano avversari più comodi di altri da affrontare. I valori sono equilibrati, il Bologna ha dimostrato di avere qualità, di saper lottare. Si è opposto con determinazione, ci ha reso difficile ogni giocata, dimostrando di essere solida».
Ci avete messo del vostro, in avvio.
«Abbiamo preso un gol stupido, ma può capitare e non mi sembra giusto tornarci su. Nel corso di una stagione, è umanissimo che ci scappi qualche disattenzione. E’ capitato contro il Bologna, altre volte siamo stati bravissimi. Ora è importante riprendersi subito quello che abbiamo lasciato e andare a giocare a Siena in assoluta serenità, consapevoli dei nostri mezzi».
Il rigore, poi lo slancio offensivo finale.
«Ci abbiamo provato, le abbiamo tentate tutte, ma siamo andati a sbattere contro un muro. Pioli è molto bravo nell’organizzazione e ci ha bloccati. Non siamo riusciti a superare le loro linee, abbiamo trovato problemi nel liberare gli uomini. Ma era una serata storta, evidentemente».
La spinta della ripresa ha prodotto poco.
«E’ la dimostrazione della complessità di questo torneo e chi ritiene che esistano partite semplici è fuori strada. Ci siamo anche sbilanciati nella parte finale, ma rischiare è nel nostro codice genetico. Il Napoli ci prova sempre, figuratevi se potevamo non farlo ora. Però ci è andata male, nonostante la generosità. E, anzi, abbiamo pure corso qualche pericolo».
La classifica rischia di spaccarsi anche in alto…
«Siamo appena alla fine del girone di andata, abbiamo mezzo campionato da giocare. Noi conosciamo un solo modo di essere: lavorare duro. Lo facciamo immediatamente».
Rimpianti?
«Volevamo fare una grande partita. Il Bologna ha chiuso bene gli spazi: Pioli è un allenatore che organizza bene la squadra, per noi è stata dura. Assalto finale? Abbiamo rischiato ma il calcio è così, bisogna rischiare per vincere le partite. Purtroppo stasera non ci siamo riusciti. Dobbiamo continuare a lavorare duro».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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