Ora nel mirino è Maurizio Beretta. Ma non solo lui. Anche i «suggeritori » che avrebbero indotto il presidente a seguire una strada, soprattutto nelle ultime ore, decisamente pericolosa. Tra i suggeritori, Claudio Lotito, notoriamente molto ascoltato da Beretta. Perché a questo punto, man mano che cresce la voglia di fare l’accordo, voltare pagina e far ripartire il campionato, cresce anche l’interesse a dissociarsi dalle scelte e dalle responsabilità che hanno portato allo slittamento della prima giornata di campionato. Oggi, Giancarlo Abete, presidente della Federazione, per riavviare il confronto sull’accordo collettivo, incontrerà nel pomeriggio Beretta e Damiano Tommasi, presidente dell’Aic. Quattro giorni decisivi: l’appuntamento culminante sarà l’assemblea della Lega, giovedì prossimo. In quella sede Beretta finirà probabilmente sotto accusa. Rischia molto. Non solo lui: ma anche la Lega sempre più prossima al commissariamento e Claudio Lotito che rischia la decadenza dalla carica di consigliere federale e, addirittura, un’altra squalifica.
ACCUSE – Massimo Cellino è stato il primo a chiedere la « testa » di Beretta. Maurizio Zamparini nell’intervista che pubblichiamo qui accanto non usa parole diverse da quelle del collega cagliaritano. Ciharissimo anche AurelioDe Laurentiis in una intervista alla Rai:« L’errore più grande è di aver chiesto e pensato di affidare a un uomo non di questo mondo la presidenza della Lega Calcio».Ma le parole che pesano di più sono quelle pronunciate dal presidente del Coni, Gianni Petrucci, in una intervista a quotidiano «La Stampa»:«Beretta e il suo doppio incarico con Unicredit cominciano a sollevare qualche dubbio. Forse non ha la serenità necessaria per operare nel calcio».Giovedì molti presidenti gli chiederanno conto della gestione della crisi nelle ore che hanno preceduto la rottura definitiva, il fatto che davanti alla proposta dell’accordoponte ( prospettata da De Laurentiis e fatta propria da Tommasi) non abbia provveduto a una capillare informazione.
COMMISSARIO –Il comportamento di Beretta, la sua parziale reperibilità ha irritato Petrucci che avrebbe preferito la regolare partenza del campionato. Ieri il presidente del Coni ha continuato le sue consultazioni legali. Non è facile commissariare la Lega («Non vedo i presupposti», ha dichiarato a Sky ieri il capo della Lega) ma le condizioni per un suo non corretto funzionamento ci sono quasi tutte: un presidente in conflitto di interessi (Unicredit ha, comunque, un peso nella Roma americana), dimissionario e quindi delegittimato, una poltrona di vicepresidente vicario rimasta vuota dopo l’abbandono di Rosella Sensi, la presenza nel consiglio di Lega di un membro di un’altra Lega (Riccardo Garrone:la Samp è in B). Può una organizzazione in queste condizioni, litigiosa e anarchica garantire la chiusura di questa vicenda? Può garantire il regolare svolgimento del campionato che Milano organizza su delega della Federazione? La partita del contratto a questo punto si gioca anche su questi interrogativi.
BERSAGLI –Insieme a Beretta, nel mirino è finito Lotito, il cui ruolo, nei momenti decisivi di questa vicenda (nel presente e nel passato) non sarebbe stato irrilevante. Il Foro Italico sarebbe intenzionato, dopo il 15 settembre, a chiedere nei suoi confronti l’applicazione dell’articolo 29 primo comma dello statuto della Figc, quello che prevede la decadenza dalla carica di consigliere federale quando il nominato abbia un contenzioso con il Coni (la storia dell’Olimpico). Così come si starebbe valutando la possibilità di indagare sul ruolo che il presidente della Lazio, da inibito, avrebbe giocato in occasione dell’assemblea di mercoledì scorso (se fossero accertati rapporti, colloqui, telefonate, potrebbe scattare una nuova squalifica). Le code della vertenze possono essere molto velenose. Ecco perché Abete vuole accelerare i tempi. Ha messo anche nel conto di non volare alle Far Oer per la partita della Nazionale. Ma a questo punto l’11 settembre bisogna andare in campo: o con un accordo politico o per editto.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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