Quando il Napoli vinceva il suo primo, storico scudetto, era maggio dell’87, lui non era ancora nato. Venticinque anni dopo, Marek Hamsik è protagonista in un Napoli che come tutti i suoi tifosi rincorre un nuovo sogno tricolore. Intanto, però, deve mandare giù anche lui un boccone amaro. L’occasione mancata in avvio di gara e la maledetta sconfitta di Bologna, infatti, sono ancora un peso insopportabile sulle coscienze azzurre. E non potrebbe essere il contrario, visto quell’inopinato, inatteso, incomprensibile stop che ha bruciato le speranze di quel terzo posto che vuol dire Champions League. Non tutte, in verità. Ci sono, infatti, l’aritmetica e uno strano giro di risultati che, se tutti favorevoli agli azzurri, nell’ultima giornata potrebbero sovvertire quello che sembra un finale scritto. Ed è proprio a questo filo di speranza che s’aggrappa lo slovacco. Lui non ci sta a ritenere il campionato già finito. Non si rassegna a lasciare ad altri quel terzo posto che il Napoli aveva saputo rifar suo. Lui, anche il giorno dopo l’amarezza di Bologna, non vuole lasciare nulla di intentato. «C’è ancora una partita. Domenica c’è il Siena e -racconta- vogliamo chiudere la stagione con una vittoria. Poi, vinta la partita, andremo a leggere i risultati delle altre gare. In quel terzo posto, infatti, dobbiamo crederci sino all’ultimo secondo di questo campionato».
Marek, però, come tutti del resto, è ancora con la testa all’ultima partita. Non si dà pace per quella sconfitta. «Avevamo cominciato più che bene. Si vedeva che i più forti eravamo noi. Abbiamo fatto gioco e creato occasioni. Almeno tre o quattro clamorose. Il portiere del Bologna è stato straordinario. Se fossimo andati in vantaggio, la partita sarebbe andata in altro modo. Invece? invece siamo stati sfortunati ed è andata come è andata» , racconta lo slovacco, primo punto fermo azzurro anche per le prossime stagioni. Lui, infatti, s’è tirato via da ogni discorso di partenze. La stretta di mano con De Laurentiis c’era già stata mesi fa. Soltanto una formalità -o quasi- la firma in basso a destra sul nuovo contratto. Come dire che per il futuro il Napoli riparte da Hamsik e Hamsik ha scelto un’altra volta il Napoli per vincere qualcosa di importante. «Sì, restare al Napoli era un suo desiderio. Il rinnovo del contratto gli ha ridato fiducia e serenità» , racconta soddisfatto Juraj Venglos, il suo procuratore.
E poi, ci saranno anche altre ragioni se Marek Hamsik, pupillo di Corioni a Brescia, è diventato a Napoli il pupillo di De Laurentiis. Certo che si sono. E vanno ricercate in quel suo saper essere campione senza cedere a nessuna tentazione di divismo. Un tipo tutto campo e famiglia, insomma, lo slovacco. Uno di cui fidarsi. Non per nulla il Napoli l’ha voluto legare a sé sino al 2016.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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