Come nasce un miracolo? La malta è in campo, però fuori c’è il lavoro oscuro che serve a fungere da collante, il ponte ideale per starsene stretti, vicini, raggiungibili, oltre gli schemi. E comunque si parte dall’idea, dalla capacità di costruire, dalla bozza e poi dall’evoluzione della stessa: undici anni non sono trascorsi inutilmente, ma rappresentano la prova provata d’una strategia che sa essere vincente (anche economicamente) e racchiudono la solidità di concetti espressi ad alta voce, sfuggendo alle abitudini d’un calcio vanitoso, in cui talvolta (?) si spende per il gusto di farlo, per il desiderio di accontentare la folla. Il Napoli campione d’inverno ha radici anche lontane e fonde in sé la filosofia di costruire organicamente – e logicamente – miscelando la fedeltà di Hamsik e la saggezza di Maggio (i più longevi), al talento di Higuain ed alla autorevolezza di Reina, fasciandola nell’estro di Insgine o di Callejon o di Mertens o di Gabbiadini e poggiandola sulla fisicità di Allan e di Ghoulam. Poi c’è l’intuito, il fiuto, il rischio d’impresa, la libertà d’inventare con Sarri un calcio alternativo, gioioso ed accattivante e di rimodellare, all’interno di se stesso, la propria anima, arricchendola, rinfrescandola, rinnovandola: rimanendo all’interno d’un laboratorio, che inizialmente ci prova con il rombo, che passa nel tridente, che in corso d’opera muta pelle, sposta gli esterni dentro il campo e comunque scopre che c’è una forza in chiunque, per esempio in Strinic, o che energia fresca può arrivare da Chalobah. E’ un concentrato d’innovazioni, la somma di vari componenti, la sintesi di un miracolo alla napoletana.
IL PUBBLICO – IL SAN PAOLO: TEATRO DI ENTUSIASMO E SOGNI
“Un giorno all’improvviso” è scoccata una scintilla o forse s’è creata la magìa riposta in chissà quale angolo di questo teatro del calcio: il san Paolo è felicità a cielo aperto, è fusione, non soltanto entusiasmo ma persino un clima diverso, favorito dai risultati ma anche dall’empatia scatenatasi con una squadra che ora è completamente avvolta nel tepore d’uno stadio nel quale è sparito qualsiasi sbuffo di disapprovazione.
SARRI – UN MIX PERFETTO DI UMILTA’ E IRONIA
Il rombo e il tridente diventano argomenti futili, marginali, di un feeling nato rapidamente, dopo aver spazzato via la diffidenza iniziale. L’apertura di credito è stata rapidissima e Sarri l’ha favorita attraverso un impatto umano, umile, ironico, disinvolto: chi è nato a Bagnoli può anche essere stato poi trascinato altrove dalla vita, ma conserva in sé i tratti caratteriali di gente che ha bisogno di trasmettere allegria e la gioia di vivere.
DE LAURENTIIS – HA RILANCIATO IL CLUB IN ITALIA E IN EUROPA
In undici anni, dall’ufficio della Fallimentare al titolo di campione d’inverno: però passando attraverso due qualificazioni in Champions e vincendo due coppe Italia ed una Supercoppa; mettendoci dentro acquisti sontuosi, l’ingaggio di uomini divenuti star o di stelle indiscutibili, concedendosi Benitez prima di mostrare (ancora) d’avere fiuto, andando ad osare con Sarri. Il progetto, a Napoli, è nei fatti, si direbbe nella storia di questo decennio luminoso.
HAMSIK – LA MAGLIA AZZURRA UNA SCELTA DI VITA
Le bandiere esistono e Marek Hamsik ha scelto di esserlo in una Napoli che pure, per alcuni incidenti di percorso, rischiava di inquietarlo. Invece, incurante di due rapine (una a lui, una alla moglie), s’è tenuto lontano dal mercato, ha lasciato che Milan (quattro anni fa) e Juventus (l’estate scorsa) bussassero alle porte di De Laurentiis, lasciando che la sua restasse sbarrata. «Io qui sono felice». Si chiamano scelte di vita, queste.
REINA – E’ LA GUIDA MORALE DELLO SPOGLIATOIO
C’è un leader tecnico, ed è indiscutibilmente el pipita, ma c’è ne è anche uno caratteriale, ed è Pepe Reina, l’autorevolezza racchiusa in un uomo che sa quando deve intervenire e come deve farlo, il “principe” dello spogliatoio al quale viene riconosciuto un ruolo di guida morale. Ma Reina è anche altro, ovviamente, il portiere che aiuta a fare la differenza: e se Higuain crea, segnando, il portiere conserva, con qualche miracolo ed il talento. E’ voluto tornare e c’è un perché.
INSIGNE – BRASILIANO FATTO IN CASA LE SUE MAGIE INCANTANO
La sua miglior stagione, e non è ancora finita. Viaggia su ritmi entusiasmanti, fa cose straordinarie (il gol al Torino) che per lui sono naturali, ha tolto il tappo al proprio talento ed ora guarda lontano: sogna lo scudetto, la coppa Italia, l’Europa League e la Francia. E’ un talento vivo che Napoli ha cominciato finalmente seriamente ad apprezzare: perché si può tentare di essere profeta in Patria.
ALBIOL – CARATTERE DA VENDERE CON IL CURRICULUM REAL
Il riferimento (silenzioso) d’una squadra ch’è cresciuta andando anche a comprare alla Real casa, nell’estate del 2013: Raul Albiol è il regista difensivo, l’espressione d’una forza psicologica capace di resistere a qualsiasi malumore ambientale. Lo avrebbero rottamato, hanno scoperto che quel curriculum (in cui c’è tutto, compreso Mondiale ed Europeo) non è figlio del caso.
GABBIADINI – ALTERNATIVA DI LUSSO: 6 GOL E 2 ASSIST IN 506′
Il simbolo della fertile precarietà: sta sempre in panchina (ma ha già segnato sei gol), solo 506 minuti effettivi eppure ci ha messo dentro anche due assist. Incedibile, nonostante sia una cosiddetta riserva: lui come Ghoulam, come Jorginho, come Koulibaly, come Strinic, come quelli che ad inizio campionato sembravano le “alternative” ed invece hanno dimostrato la bontà d’un progetto ch’è nato da lontano.
Fonte: Corriere dello Sport
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