Quando il gioco si fa duro, el mota si mette a giocare, a correre e a dribblare, a interdire e ad attaccare, a stimolare e a (simpaticamente) provocare. Quando il gioco si fa duro, Gargano sa cosa fare per entrare nel cuore della manovra e afferrarla al volo, d’anticipo o in tackle, comunque di slancio.
Gargano, state diventando adulti….
«Erano anni che il Napoli non arrivava ad una semifinale di coppa Italia e ora dobbiamo insistere, continuare e riuscire a superare il turno: sappiamo di affrontare un’avversaria preparata, che qualche settimana fa ci ha messo in difficoltà. Speriamo di far meglio».
Non è un gran momento per voi…
«Il nostro atteggiamento non è mutato, perché ce le giochiamo sempre per vincere. Semmai chi ci affronta s’è adattato, limitandoci. E’ chiaro che hanno cominciato a conoscerci ma stiamo provando a fare altre cose e in queste settimane c’è venuto meno solo l’ultimo passaggio».
Cambiare è diventata un’esigenza, insomma.
«Chi sfida il Napoli, lo fa spesso chiudendosi. E allora Mazzarri ci ha spiegato come sfuggire a queste mosse. Ma non sempre siamo riusciti a mettere in pratica quel che il mister ci ha suggerito. Ma siamo sulla buona strada».
Il Siena, il 22 gennaio, vi ostruì ogni strada di passaggio.
«E sarà così pure stavolta, mi attendo identiche contromisure. Finirà per diventare una partita vibrante, intensa, da guardare».
Il campionato è andato, vi restano le coppe?
«Il campionato non è andato, perché c’è quasi un intero girone da giocare e noi intendiamo viverlo a modo nostro, preparando ogni gara al massimo e per ottenere il massimo. Lottiamo su tre fronti ma guai pensare che il Napoli possa mollarne uno».
Cinque anni fa, al debutto in A, arrivarono Gargano, Lavezzi, Hamsik: la semifinale di coppa sembra un premio al progetto.
«E sarebbe bellissimo riuscire a vincerla. Questa è una squadra che non ha mai fermato la sua crescita e so bene che dopo il terzo posto dell’anno scorso, i tifosi si sarebbe aspettati lo scudetto. Ma non sempre va così: stavolta siamo andati benissimo in Champions e in coppa Italia; e in campionato, abbiamo pagato qualcosa in termini di stanchezza, altri club si sono rinforzati e hanno fatto bene».
Un anno fa la fischiavano; ora è un intoccabile.
«C’era una parte del tifo che forse s’è sentita tradita da me per il calco fisico. Poi hanno capito, ho ritrovato la forma, e secondo me ho giocato la mia miglior stagione in azzurro, perché quel terzo posto è un traguardo notevolissimo».
E adesso tocca ad Inler…
«Sento addirittura parlare di un caso ed è esagerato. Gokhan è un grande giocatore ed è una straordinaria persona e se la squadra non gira come vorrebbe, la colpa non può essere sua. Ma poi anche voi siete inconcentabili…».
E perché mai?
«L’anno scorso c’era Pazienza e volevate un regista. E c’era pure chi diceva che Inler era l’ideale. In estate e arrivato Gokhan e comunque vi manca sempre e ancora qualcosa».
Vabbè, non sarà colpa della critica?
«Ma no, è il calcio che va così. C’è un po’ la tendenza a lamentarsi sempre, se i risultati non corrispondono alle attese. E quindi si finisce per cercare il capro espiatorio».
Par di capire che la coppa Italia le piace, non rappresenterebbe un ripiego….
«Mi piace, mi piace… Eccome!».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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