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CdS – Gargano: “Non ho paura della Juventus”

El "Mota": "Mi sarebbe piaciuto giocare a Monaco di Baviera"

L’infortunio muscolare patito a Cagliari è alle spalle, ormai. Walter Gargano aspetta solo l’ultimo controllo ecografico per aggregarsi al gruppo. Lo farà lunedì. Intanto già scalpita. Stare fermo per lui è come sentirsi incantenato. Durante la rubrica «il salottino» di radio Marte confessa di voler restare nel Napoli ancora a lungo, di voler conquistare qualcosa di importante e di essere in campo già contro la Lazio di Reja, il primo tecnico conosciuto in Italia. Entra persino nel privato, rivelando: «Ho già un figlio napoletano (Matias, ndr) e Michaela è in attesa di un secondo bambino».

Gargano, ha recuperato dall’infortunio?
«Vorrei tranquillizzare tutti: mi sento molto meglio. Il peggio è passato, finalmente»

Le è dispiaciuto non andare in nazionale, che tra l’altro martedì prossimo affronterà l’Italia a Roma?
«Sì, tanto e faccio un in bocca al lupo ai miei compagni. Fa sempre piacere giocare contro l’Italia. Ma mi è dispiaciuto anche saltare le partite con il Napoli. Mi ha pesato non essere a Monaco di Baviera. Ho visto la gara da casa ed ho sofferto parecchio»

Sarebbe stato pronto già per la gara con la Juve se non ci fosse stato il rinvio? Il presidente ha affermato che il Napoli non ha paura di nessuno…
«Ci tenevo a giocare quella partita. Paura? Quando si gioca a calcio e c’è un pallone che rotola non si può avere paura in nessun modo. Ci siamo confrontati a viso aperto con Manchester e Bayern, avremmo fatto lo stesso con la Juventus».

Ha saputo che tutti invocano il suo ritorno in squadra?
«Gli apprezzamenti fanno sempre piacere. Ma bisogna mettersi d’accordo: a volte, sono indispensabile; altre gioco male e sono da togliere. La gente deve sapere che quando un calciatore sbaglia un passaggio può dipendere da tante cose. E può anche capitare che uno sbagli, siamo essere umani»

Ultimamente sembra aver convinto Mazzarri, è così?
«Ma io non devo convincere nessuno. E’ il mister che decide chi far giocare e chi no. Siamo tutti motivati. E facciamo parte di un grande gruppo. Giocando insieme da qualche anno si è creata una famiglia. E poi giocando ogni tre giorni, questo ci ha permesso di stare sempre insieme e di conoscerci meglio. Magari a discapito delle famiglie ma va bene così».

A proposito di tour de force: se ne prospetta un altro da brividi, nove partite in un mese e due giorni
«Sono tante e noi non siamo macchine. Anche le macchine si rompono e mi ha amareggiato molto l’infortunio di Cagliari. Bisogna stare molto uniti in questo periodo. E i tifosi sopportare un eventuale pareggio o una sconfitta. Oggi non c’è nulla di facile nel calcio»

Giocherete quasi sempre in casa, può essere un vantaggio?
«In casa stiamo andando bene. Dobbiamo migliorare un po’ fuori. Ma questa squadra è cresciuta tanto e ha ancora molti margini di miglioramento».

Suo cognato Hamsik sta per prolungare il contratto, e lei?
«Anche io vorrei restare a lungo qui; tanto tempo quanto basta per vincere qualcosa di importante da regalare ai nostri splendidi tifosi. Lo meritano. Già arrivare in Champions è stata una soddisfazione grandissima»

Non è che la Champions vi distrae dal campionato e vi fa perdere troppo terreno? Dove pensate di poter fare meglio?
«Proveremo a passare il turno in Europa e poi vedremo fino dove si potrà arrivare. Ma non per questo tralasceremo il campionato. E’ difficile ma la nostra intenzione è quella di non lasciare nulla per strada»

A quando un suo gol?
«Ricordo ancora quelli che feci alla Roma e alla Juventus, uno dietro l’altro. Ma non è importante, può far gol anche Morgan (De Sanctis, ndr) purchè si vinca»

Chi le ha dato di più tra il ct Tabarez e Mazzarri?
«Tabarez e la sua equipe hanno creato una famiglia in nazionale. Mazzarri mi ha insegnato tante cose ed è stato prezioso non solo per noi anche per la società. Sembra un esagitato per chi non lo conosce ma non lo è: Mazzarri è una persona speciale e sono contento di averlo come allenatore».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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