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CdS – Gargano: “Il Napoli ha coraggio”

La « vendetta » è un piatto che si serve caldo, bollente: e alla fine di settanta metri di corsa palla al pie­de, un coast to coast percorso evitan­do le dune e gli sgambetti, il Gargano che sprizza energia e consegna ai dif­fidenti l’assist capolavoro per Cavani che vale il 2-1 e che spacca in due il Milan e trascina Napoli in Paradiso, è un eroe che riemerge dai pregiudizi altrui e li fa tacere. «El mota» è un dia­volo – lui sì – scatenato, ma le bollicine del post- partita finiscono per evapo­rare in fretta: la corsa è appena co­minciata, cosa volete che siano settanta metri?

Gargano, la sua gara più bella nei cinque anni na­poletani?

«Assolutamente no, ho fatto di meglio. Credo di aver sbagliato addirittu­ra tanto. E quindi devo lavorare per limitare i margini di er­rori» .

Tre anni fa, Hamsik fece il campo per intero come lei e segnò.

« Ma la mia progressione è stata più bella, dai».

Un vizio di famiglia, visto che intanto siete diventati cognati.

«Piacevole, però. Io ho rischiato il pas­saggio difficile, lui fece la conversione e riuscì pure a far gol. Ma questi sono dettagli, pensiamo alla vittoria».

Quanto vale?

«Potrei dire tre punti, ma sicuramen­te dà ulteriore coraggio. Siamo consa­pevoli della nostra forza, abbiamo di­mostrato anche ai campioni d’Italia di cosa siamo stati capaci. Non era faci­le recuperare, eravamo in svantaggio contro una grandissima formazione. Ma abbiamo reagito».

Gargano è uscito da idolo.

«Io ho sempre fatto il mio dovere, le voci non mi davano fastidio. Sono un professionista e so che nel calcio non esiste l’unanimità, ho anche i miei ti­fosi. Sono contento di aver accontenta­to tutti, non chiedevo altro».

Inler l’ha sollevata da responsabilità?

«Grosso calciatore, con il quale è un piacere giocare. Ma questo è un orga­nico forte, che matura di anno in anno. A centrocampo siamo in tanti, la con­correnza aiuta, stimola. Io sono con­tentissimo».

In campo, stavolta, un solo volto nuo­vo, all’inizio.

«E’ la conferma della bontà del progetto di questo club. E una vitto­ria del genere sottolinea i progressi dell’intero gruppo. Ora c’è maggior consistenza, siamo tanti, c’è la possibilità del turn­over».

E Gargano non è più titolare di diritto.

«Ma io non mi sono mai sentito un in­toccabile. Qui c’è un allenatore che la­vora e osserva: e premia chi merita. Il posto viene concesso a chi in settima­na fa notare di essere superiore a un altro. So bene che ci sarà da sudarse­lo, ma è giusto così. Il calcio lo cono­sco».

Due giornate son troppe poche.

« Due giornate son pochissime, quasi niente. Il campionato non è ancora co­minciato, però pure questi tre punti avranno il loro valore in classifica ge­nerale ».

Lei sa cosa pensa la gente?

«Posso immaginarlo. Ma devo solo ri­badire che siamo appena all’inizio, che ci sono trentasei partite da giocare, che verranno momenti anche difficili. Ma io a quelli non voglio pensare. Go­diamoci questa vittoria sul Milan. Questa vittoria così prestigiosa».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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