NAPOLI – Finalmente Napoli: e, sei mesi dopo, la cartolina è la fedele riproduzione dei racconti. Finalmente Napoli: e quel mare che rapisce lo sguardo è una pennellata sull’umore per scacciar via la malinconia. Finalmente Federico Fernandez: e in quel panorama che si staglia all’orizzonte, c’è la « sostenibile » leggerezza dell’essere argentino.
« Mi sembra di stare a casa mia. Gli stessi profumi, la stessa passione, l’identico calore della gente».
Vamos, finalmente.
Fernandez, come si sta in Italia?
« Benissimo: ho ricevuto un’accoglienza magnifica, da parte di Paolo Cannavaro: mi ha voluto a cena a casa sua ed è stato gentilissimo, insieme alla sua famiglia. Ero con mio padre, con il mio procuratore, e non c’è stato verso di resistere: mi ha colpito molto, mi ha entusiasmato ».
E lei ne ha fatto subito un idolo.
« Ma a prescindere. In questi mesi ho seguito il Napoli in tv, tra un mio impegno e l’altro sono riuscito a vedere varie partite: Cannavaro è un leader, un professionista serio, un trascinatore. Dal quale si può prendere solo esempio».
Il suo calcio era diverso con l’Estudiantes.
«Ma io ho avuto modo anche di giocare con la difesa a tre, in passato; e nel ruolo di centrodestra. Non nascondo che mi piace di più stare al centro, magari aver la possibilità di sganciarmi ed andare a cercare qualche gol. Ma ci metto poco a calarmi in questa nuova abitudine ».
Trova nuovi avversari.
«E’ un bell’esame, per me. Vado a sfidare i calciatori più forti in circolazione, perché chi partecipa al campionato italiano ed alla Champions appartiene all’elite. Ma non servirà aver paura: bisognerà essere preparati fisicamente e tecnicamente; e poi farsi trovare concentrati. Qui gli errori vengono puniti subito».
Niente paura, e va bene, ma nella sua classifica qual è quello da rispettare di più?
« Per cominciare, Cavani ce lo abbiamo noi. E mi pare un gran vantaggio avere un attaccante del genere al fianco. Qui ci sono punte di assoluto riferimento internazionale e tra questi c’è El Matador: un pericolo in meno. Quanto agli altri, direi che Pato ed Eto’o possano essere considerati tra i più forti. Ma a me non difetta la volontà di misurarmi contro di loro, per misurare anche la mia crescita. Non tremerò».
Stasera, un occhio alla Coppa America.
« Inutile nasconderlo: mi sarebbe piaciuto esserci. Ma sono giovane, ho tempo e poi devo conquistare la fiducia piena del tecnico. So che Batista mi segue, anche in vista del mondiale del 2014: devo riuscire a farcela e in questo il Napoli può darmi un grosso aiuto».
Le prime impressioni d’una città che agli argentini evidentemente sta a cuore.
«Napoli, ovviamente, per me è un sogno che si realizza. E’ un onore essere in questo club per chi sta muovendo i primi passi nel grande calcio. Spero di riuscire a ripagare la fiducia riposta in me dalla società. Ce la metterò tutta».
Ha avuto sei mesi per prepararsi.
«L’esperienza con l’Estudiantes mi servirà sicuramente per la Champions. Ho affrontato le squadre più attrezzate del Sud America e ora vado a giocare contro i club più noti del Mondo. Lo faccio con un gruppo che mi ha messo immediatamente nelle condizioni ideali. E poi qui c’è la stessa passione dell’Argentina, mi sembrerà di stare a casa».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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