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CdS -Fenomeno Napoli l’Europa s’inchina

Ha sofferto, forse non ha giocato la sua migliore partita di questo girone di Champions ma alla fine il Napoli non ha mancato l’appuntamento con la storia. Vittoria al Madrigal, uno stadio che spesso ha riservato alle italiane grandi amarezze, basterebbe ricordare quella patita dall’Inter all’epoca allenata da Roberto Mancini. E la maledizione di Vila Real su Mancini si è abbattuta di nuovo. Alla fine del primo tempo, il suo City era qualificato e il Napoli balbettante sembrava non far presagire nulla di buono. Poi in dodici minuti la storia è cambiata. L’ha cambiata la squadra di Mazzarri con la forza di volontà, con la forza della disperazione. Due gol, vittoria, Napoli promosso agli Ottavi, City «retrocesso» in Europa League. Questo traguardo Cannavaro e compagni lo meritavano perché lo avevano costruito nelle cinque partite precedenti, soprattutto con il penultimo, scoppiettate successo contro il Manchester City. Una beffa negli ultimi novanta minuti sarebbe stata ingiusta, inaccettabile. Inler e Hamsik l’hanno evitata, De Sanctis ha voluto sottolineare la superiorità napoletana parando in maniera miracolosa una conclusione a botta sicura di Gonzalo Rodriguez (che avrebbe dovuto essere espulso per un pugno ad Aronica: Platini dovrebbe spiegare a cosa serve l’arbitro d’area visto che il signor Johnsen prima è riuscito a non vedere un fallo di mano di Angel Lopez punibile con il rigore e poi il colpo pugilistico nel finale). Napoli gode, Napoli avanza: una favola, la più bella di questa Champions.

BLOCCATI- Mazzarri lo aveva detto alla vigilia: il rischio era la pressione, l’entusiasmo eccessivo. Ma poi c’era un altro problema, decisamente irrisolvibile: la scarsa esperienza del Napoli a partite praticamente a eliminazione diretta. La crescita della squadra di De Laurentiis è stata rapida e travolgente ma poi puoi scontarla nel momento in cui vai in campo con giocatori ovviamente non ancora abituati a certi climi. Lo si è capito dai primi passaggi, dai primi secondi di gioco che le gambe del Napoli erano malferme. Giocatori normalmente di grande spessore agonistico come Campagnaro che commettevano errori banali prodotti dalla paura. Inler in mezzo al campo non riusciva a prendere in mano la bacchetta del direttore di orchestra. Molta imprecisione, palle scaricate su compagni in difficoltà solo per evitare di trattenerle troppo tra i piedi. Per cambiare la situazione, ci sarebbe voluto un episodio favorevole, una giocata favorevole. Ed è stato un vero peccato che dopo appena cinque minuti di gioco su un cross di Lavezzi che tagliava l’area Zuniga sia arrivato con la «gambetta» toccando troppo debolmente e spedendo tra le braccia di Diego Lopez. Da quel momento il Napoli si è ancora di più ripiegato su se stesso. Nemmeno la scarsa voglia del Villarreal lo ha indotto a cambiare registro, ad alzare i ritmi, a fare, come pure aveva detto Mazzarri, quello che sa fare: recuperar palla rapidamente e altrettanto rapidamente ripartire. Campagnaro e compagni hanno concesso un palo a Marco Ruben e nel finale del primo tempo una bella conclusione dal limite di Hamsik. Per il resto, il buio, fra molti errori e poca veemenza. Lo hanno capito i tifosi che hanno intonato il coro dei momenti difficili, quello che incita la squadra a non mollare. E il Napoli non ha mollato. 

LAMPO– Il calcio, è uno strano mondo, imprevedibile. Sembrava che i ragazzi di Mazzarri non riuscissero a scuotersi, l’allenatore per far battere in fretta una rimessa si faceva pure espellere placcando Nilmar, il Villarreal sembrava gestire con sufficiente sicurezza il possesso palla e l’occasione miglior capitava sui piedi di Perez che obbligava De Sanctis a una difficile respinta. Poi quello che sino a quel momento aveva dato meno, cioè Inler, aveva il guizzo giusto: al limite faceva scorrere la palla datagli in orizzontale da Hamsik, tiro potente che Diego Lopez si limitava a seguire con lo sguardo in rete. Lì la partita è cambiata: il Napoli si è rasserenato, ha sconfitto la paura e poi, definitivamente, il Villarreal visto che con Hamsik undici minuti dopo raddoppiava (angolo di Lavezzi, palla sfiorata da Cavani e lo slovacco appoggiava in rete a un metro dalla linea di porta). Era il tripudio con gli oltre tremila napoletani che intonavano «’o surdato ‘nnammurato» ripetendo il «rito» che il San Paolo riserva alle grandi occasioni. Perché quella di ieri era una grande occasione: in sette anni dalla C agli Ottavi di Champions. Lucidatevi gli occhi: è tutto vero.  

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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